Cinema

Kill Boksoon

Gaia Apicella

Il panorama cinematografico coreano è sempre più interessante tra film e serie che escono; l’ultimo prodotto ad arrivare all’attenzione del pubblico è Kill Boksoon, un thriller/action diretto e sceneggiato da Byun Sung-hyun che – dopo essere stato presentato alla 73ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino – è arrivato su Netflix il 31 marzo 2023.
L’eroina di questo racconto ci può ricordare sicuramente Kill Bill di Quentin Tarantino o John Wick di Chad Stahelski, con però le opportune differenze legate anche alla cinematografia di cui parliamo e quindi visibili soprattutto nello stile visivo e narrativo. La trama si può riassumere brevemente: la nostra protagonista è la madre single Gil Bok-soon (Jeon Do-yeon), rinomata assassina sotto contratto di un’agenzia chiamata MK – che ha professionalizzato le uccisioni come degli show; la donna si trova in difficoltà perché deve trovare il giusto equilibrio tra la sua vita personale e la gestione della figlia adolescente e la sua professione che tiene nascosta.

Partiamo soffermandoci sul ritmo che si nota essere crescente fin dalla prima scena del duello con Oda Shinichiro (Hwang Jung-min), e della sua conseguente uccisione da parte di Gil Bok-soon; da questo momento capiamo che ci troviamo di fronte a un film tutto basato sull’azione e sulla tensione, elemento quest’ultimo che il regista cerca di mantenere non sempre riuscendoci, a differenza del primo che è così centrale con le sue scene di combattimento che ci introduce all’altro difetto riguardante la caratterizzazione dei personaggi. Infatti, considerando la durata del film non breve di 137 minuti, c’era da aspettarsi un approfondimento maggiore di alcuni aspetti di ogni soggetto, in modo da farcelo conoscere meglio e anche di poter stratificare ulteriormente l’opera con elementi più introspettivi; tutto ciò non avviene, in quanto vengono si inseriti alcuni aspetti interessanti del rapporto madre – figlia, ma che però si perdono subito, lasciando spazio solo a momenti melodrammatici che in alternanza all’azione rendono il tutto un po’ troppo semplice e scontato.

Una delle cose che invece trovo piacevoli e funzionale al racconto riguarda la nostra protagonista e lo stile di Kill Boksoon, cioè il fatto che lei è così brava e forte nel svolgere queste uccisioni – che come accennato in precedenza vengono chiamate show e quindi considerate come un intrattenimento da rappresentare in forma d’arte mescolando violenza ed eleganza – che riesce a proiettarsi nella sua mente ogni scena e noi quelle scene le vediamo in contemporanea proiettate nella vicenda.
Ma anche il discorso di uccisione come arte, già trattato in modo complesso da Lars Von Trier in The House That Jack Built, viene poi lasciato in superficie, non più approfondito, come se fosse solo citato, ed essendo il fulcro del racconto e la base dell’organizzazione per cui Gil Bok-soon lavora, non dovrebbe essere affrontato così, ma bensì sviluppato con più peso e maggiore profondità, in modo da rendere la vicenda più avvincente e stimolante.

Kill Boksoon intrattiene con le sue scene frenetiche e adrenaliniche che sicuramente non annoiano, ma lo fa in un modo abbastanza superficiale e poco appassionante, che non giustifica la durata e che mi permette solo di sperare nelle prossime opere del regista.


  • Diretto da: Byun Sung-hyun
  • Prodotto da: Yi Jin-hee
  • Scritto da: Byun Sung-hyun
  • Protagonisti: Jeon Do-yeon, Sol Kyung-gu, Kim Si-a, Lee Jae-wook, Esom, Koo Kyo-hwan
  • Musiche di: Lee Jin-hee, Kim Hong-jip
  • Fotografia di: Cho Hyung-rae
  • Montato da: Kim Sang-bum
  • Distribuito da: Netflix (Globale)
  • Casa di Produzione: See At Film
  • Data di uscita: 18/02/2023 (Berlino), 31/03/2023 (Netflix)
  • Durata: 137 minuti
  • Paese: Corea del Sud
  • Lingua: Coreano

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