Cinema

Benedetta

Gaia Apicella

Il cinema è continuamente una sorpresa: oggi parliamo di un film biografico e storico di cui l’arrivo in Italia era ormai insperato, essendo esso stato presentato in anteprima nel 2021 alla 74ª edizione del Festival di Cannes e arrivato qui solo dal 2 Marzo 2023 grazie a Movies Inspired, Si tratta di Benedetta di Paul Verhoeven, sceneggiato da lui e David Birke e adattato dal romanzo Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento di Judith C. Brown.

L’opera è ispirata alla storia vera della vita di Benedetta Carlini, una suora del XVII secolo, che fu famosa per le sue visioni e la sua relazione omosessuale con una sorella del convento che dirigeva. Il libro infatti ha permesso subito un’ampia discussione sulla sessualità, sul lesbismo e sul misticismo delle donne, che si amplifica con quest’opera, necessaria anche in questo periodo, sicuramente diverso rispetto a quell’epoca ma in cui rimane la necessità di cambiare ancora.

All’inizio del film vediamo la piccola Benedetta Carlini (Elena Plonka), figlia di una facoltosa famiglia toscana, molto legata alla Vergine e alla religione.
I genitori, quindi, decidono di farla entrare nel convento di Pescia per intraprendere il percorso monacale.
Da sempre propensa ad avere visioni tra l’erotico e il religioso e a comunicare direttamente col Cristo, questi episodi sembrano intensificarsi quando da adulta (Virginie Efira) conosce la giovane Bartolomea (Daphné Patakia), umile popolana entrata in convento per fuggire le angherie del padre e dei fratelli, della quale si invaghisce.
Le due intraprendono una vera e segreta relazione d’amore e di passione.
Nel frattempo, tutti vengono colpiti da alcuni prodigi che accadono a Benedetta, che proprio per questo verrà poi nominata badessa del monastero e venerata come mistica; in seguito però la sua figura finirà sotto accusa di blasfemia e saffismo, mentre nel resto del paese imperversa la peste.

Paul Verhoeven è famoso per inserire nei suoi film temi come la sessualità e la violenza, spesso mescolandoli; in Benedetta ciò che però prende il sopravvento – vedremo poi altri mix degni di essere menzionati – è proprio il tema della sessualità nelle sue varie sfumature: quella con sé stessi, alcuni momenti anche in una sorta di contrapposizione tra corpo e anima, quella con un’altra donna, e quella in una prospettiva più ampia e immaginativa collegata alle visioni. Il film riesce ad affrontare tutti questi aspetti in modo interessante e travolgente, provocando e seducendo, risultando quindi al tempo stesso sublime ed energico nel raccontare una personalità così complessa e particolare.

Il tema della sessualità e soprattutto del proprio corpo è subito messo in chiaro nel film anche attraverso l’uso di una frase pronunciata quando Benedetta è piccola, dopo essere arrivata nel convento e aver ricevuto un vestito scomodo e che non le dà pace; nel momento in cui lei manifesta il fatto che non le piace, la risposta che le viene data è Il tuo peggior nemico è il tuo corpo, per giustificare la scelta di un abito così fastidioso e soprattutto per allontanarla già da piccola da quelli che secondo la Chiesa possono essere considerati pensieri impuri e tentazioni. Passaggio che è anche uno dei momenti migliori del film.

Altro momento da citare proprio perché si collega a quello che ho detto fino ad ora e in un certo senso dimostra la volontà di far convivere tutti questi tratti che apparentemente possiamo considerare diversi tra loro ma che Verhoeven riesce ad unire, è il momento in cui Bartolomea trasforma la statuetta della Vergine che Benedetta aveva portato con sé nel convento da quando era bambina e che le era stata regalata dalla madre, in una specie di dildo da usare nei momenti di piacere, un modo di rappresentare il sesso come una ribellione e una rottura rispetto a quello che avevano fatto credere a Benedetta bambina, una scena che ha un significato profondo e che risulta essere un’ulteriore denuncia da parte del regista che fa riferimento sicuramente al rapporto tra erotismo e religione, qualcosa che ancora oggi non viene affrontato nel modo giusto e che lui invece riesce a rendere abbastanza chiaramente.

C’è un altro momento che si collega sia all’estasi e alla voglia di rivincita, sia al fatto che Benedetta oscilla costantemente tra desiderio e coscienza del “peccato” – considerato così sempre da chi ha intorno e ha influenzato la sua formazione; si tratta di una delle sue visioni di Cristo, che vede sulla croce, e quando lui le ricorda che è la sua sposa e le chiede di avvicinarsi, quello che le trasmette nella realtà sono le stimmate e una profonda sofferenza caratterizzata da forte dolore, che la spaventa e contemporaneamente fortifica il suo credere di essere la prescelta da Cristo.
Una scena con la quale il regista mescola il tema erotico a quello della sofferenza della carne, generando al tempo stesso cambiamento.

Benedetta, infatti, si sente oscillare continuamente tra desiderio e fede religiosa, con la quale sicuramente arriva al ruolo che riesce a conquistare cioè quello di badessa, ma dalla quale non riesce mai ad allontanarsi e anzi riconosce la presenza anche nei momenti di sesso con Bartolomea.
Uno spunto di riflessione interessante, aperta e che Verhoeven contrappone a quella visione chiusa che caratterizza il convento.

La contrapposizione viene ripresa anche stilisticamente attraverso l’uso di luci per l’ambiente esterno e dell’oscurità nel convento, come a mostrarci il contrasto tra un mondo piacevole e libero e un mondo chiuso e oppressivo.
La trattazione ci coinvolge e cambia continuamente registro tra un linguaggio più esplicito e un linguaggio più delicato, senza però mai giudicare o banalizzare il personaggio.

Insomma, un film che ci mostra la figura di Benedetta, e cerca di descriverla con tutte le sensazioni che le appartengono e che si scontrano perché spesso considerate opposte e discordanti, ma che ci dimostra come invece possono benissimo convivere, ed un passo avanti è già il fatto di riconoscersi e comprendersi sicuramente che avviene tramite il cambiamento della nostra protagonista e il suo mettersi in gioco con Bartolomea, lottando per il loro amore, ma c’è tanto da fare anche “esternamente a noi” e Verhoeven ce lo dimostra, proprio per questo motivo reputo che il far conoscere storie come queste sia importantissimo ancora al giorno d’oggi.

Quindi se avete modo, trovate la sala più vicina a voi e andate a vedere Benedetta.


  • Diretto da: Paul Verhoeven
  • Prodotto da: Saïd Ben Saïd, Michel Merkt, Jérôme Seydoux
  • Tratto da: "Atti Impuri - Vita di una monaca lesbica nell'Italia del Rinascimento" di Judith C. Brown
  • Protagonisti: Virginie Efira, Charlotte Rampling, Daphné Patakia, Lambert Wilson, Olivier Rabourdin, Louise Chevillotte, Hervé Pierre, Clotilde Courau
  • Musiche di: Anne Dudley
  • Fotografia di: Jeanne Lapoirie
  • Montato da: Job ter Burg
  • Distribuito da: Pathé Distribution (Francia), Independent Film (Paesi Bassi), Belga Films (Belgio), Movies Inspired (Italia)
  • Casa di Produzione: SBS Productions, Pathé, France 2 Cinéma, France 3 Cinéma, Topkapi Films, Belga Productions
  • Data di uscita: 09/07/2021 (Cannes), 09/07/2021 (Francia), 02/09/2021 (Belgio), 14/10/2021 (Paesi Bassi), 03/03/2023 (Italia)
  • Durata: 132 minuti
  • Paese: Francia, Paesi Bassi
  • Lingua: Francese

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