Cinema

Women Talking

Gaia Apicella

Women Talking – Il diritto di scegliere di Sarah Polley è un adattamento dell’omonimo libro di Miriam Toews (a sua volta liberamente ispirato ai fatti avvenuti nella colonia Manitoba in Bolivia nel 2011), vincitore del premio per la migliore sceneggiatura non originale agli Oscar 2023 e arrivato in sala dall’8 Marzo 2023 distribuito da Eagle Pictures; significativa l’uscita, in una giornata importantissima considerando che ancora oggi le donne stanno lottando per conquistare la parità di diritti, e d’altronde siamo di fronte a un film incentrato sulla rivincita da parte delle donne e in cui a narrare la propria storia sono le protagoniste.

Al principio del film vediamo una giovane donna che dorme nel letto e ha lividi e ferite visibili su tutto il corpo, rivelatori di una violenza subita. Da lì, le donne di questa colonia scoprono un segreto scioccante sugli uomini della comunità Mennonita che hanno controllato le loro vite e la loro fede: viene infatti rivelato che per molti anni hanno usato anestetici per drogarle e violentarle di notte, causando talvolta gravidanze indesiderate.
Inoltre, in questa colonia si cerca di mantenere le donne in una condizione di non scolarizzazione e analfabetismo, trattandole come degli oggetti al loro servizio.
Sconvolta da questa rivelazione, Salome (Claire Foy), vittima e ora madre di un bambino di tre anni, attacca violentemente gli uomini con una falce prima di essere trattenuta.
Poi gli uomini si allontanano poichè vengono arrestati, e nel frattempo Salome e sette donne della colonia, Ona (Rooney Mara), Mariche (Jessie Buckley), Agata (Judith Ivey), Greta (Sheila McCarthy), Mejal (Michelle McLeod), Autje (Kate Hallett) e “Scarface” Janz (Frances McDormand), si riuniscono in un fienile per discutere le loro opzioni.
Il gruppo individua tre possibili soluzioni: non fare nulla, restare e combattere o andarsene. Le donne sono profondamente combattute sia per quello che subiscono quotidianamente che per la loro fede in Dio (che diventa così il loro principale ostacolo). Alcune rispondono passivamente, seguendo quel ruolo di subordinazione nei confronti della popolazione maschile tipico della comunità, mentre altre sentono solo frustrazione e tormento nel vedersi sottomesse ai capricci maschili.
Alla fine, con l’aiuto di un insegnante, che fa parte della comunità, di nome August Epp (Ben Whishaw), le donne fuggono dopo che Salome ha usato lo stesso anestetico per rendere incoscienti alcuni degli uomini prima di fuggire.

Uno degli intenti più chiari del film, incentrato sulla storia così delicata delle donne della comunità – alcune disponibili a lottare, altre all’inizio non convinte – non è creare un legame ed empatia con lo spettatore, bensì cercare di fare una cronaca di quello che è successo e farci rendere conto dei fatti accaduti, e a sottolineare ciò c’è l’idea della parola come protagonista, un vero e proprio personaggio rappresentante il loro diritto di scegliere e di riprendersi quella vita di cui sono state private per troppo tempo; collegata a ciò c’è quindi la scelta di basare l’intero film sui dialoghi, facendolo diventare una vera e propria conversazione costante, in cui la musica trova pochissimo spazio e l’unica cosa davvero concreta è la voce di ciascun soggetto femminile, come d’altronde ci può suggerire lo stesso titolo Women Talking.
Anche la violenza non è mai messa in scena: riusciamo a capire le protagoniste, la loro sofferenza e i loro dubbi, senza mai vedere le azioni orribili che subiscono, e quello che ci viene mostrato in scena sono le conseguenze, i pensieri e le scelte, ovvero in una parola la soggettività delle donne.

A livello di fotografia si mette in scena la parte emotiva del film: prevalgono infatti i colori freddi e le atmosfere buie come a rappresentare ulteriormente la cupezza e la gravità di ciò che sta accadendo e la rabbia e il dolore che le protagoniste stanno vivendo e da cui devono cercare di uscire, per poter finalmente riprendere in mano la loro vita.
Il film inoltre ha una messa in scena teatrale, in quanto ogni inquadratura è ambientata nel fienile, luogo dove le donne si incontrano per discutere su come affrontare la situazione in cui si trovano, e che diventa rappresentazione della loro lotta contro il dramma in cui si trovano coinvolte.
Nonostante queste scelte stilistiche piacevoli e significative, accompagnate dalla tematica fondamentale, l’opera non rende abbastanza, perchè sia la vicenda e i personaggi che la rappresentazione visiva risultano un po’ troppo statici e di conseguenza poco funzionali al racconto, mentre anche quando l’intento è fare una cronaca di un accaduto bisogna costruire al meglio l’impianto narrativo. Altra cosa che non convince del tutto e che fa confermare ciò detto precedentemente è proprio la sceneggiatura, che meritava di essere sviluppata ulteriormente.

Nonostante i difetti, considero Women Talking un film da vedere, in quanto situazioni di donne che si raccontano, che pensano, che comunicano e che si ricostruiscono, sono necessarie e bisogna continuare a rappresentarle.


  • Diretto da: Sarah Polley
  • Prodotto da: Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Frances McDormand
  • Scritto da: Sarah Polley
  • Tratto da: "Women Talking" di MIriam Toews
  • Protagonisti: Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley, Judith Ivey, Ben Whishaw, Frances McDormand
  • Musiche di: Hildur Guðnadóttir
  • Fotografia di: Luc Montpellier
  • Montato da: Christopher Donaldson, Roslyn Kalloo
  • Distribuito da: United Artists Releasing (Stati Uniti), Eagle Pictures (Italia)
  • Casa di Produzione: Orion Pictures, Plan B Entertainment, Hear/Say Productions
  • Data di uscita: 02/09/2022 (Telluride), 23/12/2022 (Stati Uniti), 08/03/2023 (Italia)
  • Durata: 14 minuti
  • Paese: Stati Uniti
  • Lingua: Inglese

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