Cinema

RRR

Gaia Apicella

L’8 Dicembre, qui su Scene Contemporanee, ho recensito Alienoid, un film coreano appositamente creato per essere un blockbuster; oggi invece passo ad analizzare un’opera indiana del 2022 disponibile su Netflix, che mi ha colpita di più e che presenta anche essa uno stile visivo e di narrazione che permette di definirla allo stesso modo. Parliamo di RRR – acronimo che scopriremo solo nel corso della vicenda significare Rise Roar Revolt – diretto da S.S. Rajamouli.
Altro aspetto che ci conferma l’intento di far diventare questo film un blockbuster è il titolo che Rajamouli ha scelto, così semplice perché può essere universale in tutte le lingue.
Trovo utile sottolineare come il cinema indiano, caratterizzato da uno stile che lo discosta molto da quello hollywoodiano, condivide con esso la voglia di creare un immaginario e di restare nella mente di chi sta guardando, cercando di allontanarlo dalla realtà e facendolo perdere nella favola narrata, altro fattore che conferma ciò che abbiamo detto fino ad ora.
Ulteriore nota storica importante da ricordare è che il cinema indiano ha due principali industrie di produzione: Bollywood, che fa riferimento a Bombay, in cui viene usata la lingua hindi, e Tollywood, che fa riferimento ad Hyderabad, ed è solitamente in lingua Telugu.
RRR è una produzione Tollywood, solo che Netflix ha reso disponibile la versione doppiata in Hindi e non l’originale in Telugu, cosa che ha fatto arrabbiare il regista.

Prima di approfondire questo film dalla durata di 185 minuti, che già anticipo si sentono tutti nonostante la narrazione poi riesce a coinvolgere lo spettatore e a non pesare sulla visione, accenno brevemente la trama: siamo nel 1920 a Delhi, in India. Malli (Twinkle Sharma) bambina indiana della tribù Gond viene rapita dal tirannico amministratore britannico e dalla moglie. Komaram Bheem (N.T. Rama Rao Jr.), che vigila sulla tribù, si mette in viaggio per cercarla e riportarla a casa, ad ogni costo. Lungo il cammino incontra Rama Raju (Ram Charan Teja), un ambizioso ufficiale della polizia imperiale cui è stato assegnato il compito di fermarlo, ma che – inconsapevole della sua identità – diventa suo amico fraterno fino a quando cominceranno ad emergere le prime verità, determinando così uno scontro epocale.

Epocale è la parola giusta con cui partire per analizzare RRR, in quanto il film è una vera e propria epopea che gioca costantemente sulla spettacolarizzazione visiva tramite tre aspetti fondamentali:
– Gli effetti visivi in CGI, che non convincono del tutto in quanto troppo frequenti e usati fino all’esasperazione; due dei più utilizzati sono il fermo immagine e il rallenty, una scelta che potrebbe velocemente trasformare l’opera da film eroico ad una parodia, ma che in realtà non accade.
– La caratterizzazione dei personaggi, rappresentati sempre come eroi, anche in situazioni durante i combattimenti palesemente impossibili da sostenere.
– L’uso in alternanza alle scene recitate di momenti ballati e cantati, che sono molto esuberanti nelle coreografie, e contemporaneamente servono a portare avanti la narrazione, completando il tutto.

Insomma RRR al tempo stesso si dimostra essere sia epico e storico che pop grazie al suo stile così travolgente e adrenalinico.

Interessante la scelta di basare questa storia fittizia sulle vite di due rivoluzionari indiani reali: Alluri Sitarama Raju e Komaram Bheem, che però in realtà non si sono mai incontrati. Questa decisione è un valore aggiunto per il film sia perché inserisce tematiche fondanti per la vicenda, cioè quella dell’amicizia, rappresentata qui come una fratellanza, e quella del confronto tra due persone diverse ma che al tempo stesso portano avanti obiettivi simili, e sia perché in questo modo nella sua semplicità può portarci a scoprire di più la cultura indiana con usi e costumi e il suo cinema così complesso, esagerato, delirante ma avvincente. I due attori che interpretano i protagonisti sono carismatici e ci tengono incollati durante i combattimenti con il loro essere così dinamici e convincenti.

RRR ci dimostra come è possibile fare film ad alto budget e che possono essere considerati dei blockbuster, basati su aspetti prettamente visivi e cinematografici, ma con al di sotto di essi uno strato di comprensione più complesso e profondo.


  • Diretto da: S. S. Rajamouli
  • Prodotto da: D. V. V. Danayya
  • Scritto da: S. S. Rajamouli, V. Vijayendra Prasad (storia)
  • Protagonisti: N. T. Rama Rao Jr, Ram Charan, Ajay Devgn, Alia Bhatt, Shriya Saran, Samuthirakani, Ray Stevenson, Alison Doody, Olivia Morris
  • Musiche di: M. M. Keeravani
  • Fotografia di: K. K. Senthil Kumar
  • Montato da: A. Sreekar Prasad
  • Distribuito da: Pen Studios (India del Nord), Lyca Productions (Tamil Nadu), KVN Productions (Karnataka), HR Pictures (Kerala), Netflix (Globale)
  • Casa di Produzione: DVV Entertainment
  • Data di uscita: 25/03/2022 (India)
  • Durata: 182 minuti
  • Paese: India
  • Lingua: Telugu
  • Budget: 550 decine di milioni di rupie indiane

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