Cinema

Il passato per indagare il presente: “900fest” a Forlì. Intervista a Giovanni Pasini

Alessandro Fiorenza

In molti sostengo che l’Italia non abbia mai chiuso i conti con il suo passato fascista. Non è un caso che la produzione storiografica, letteraria, televisiva, teatrale e cinematografica sulla storia del fascismo appaia ricchissima. Gli eventi che hanno caratterizzato la storia del nostro paese negli ’20 e ’30 sono stati studiati, analizzati, approfonditi e raccontati da tanti e diversi punti di vista, e sotto numerosi profili: quello scientifico e storiografico, quello narrativo, quello artistico. Nell’anno in cui ricorre il centenario della Marcia su Roma, tuttavia, si avverte l’esigenza di tornare a parlarne, tornare a discuterne, a raccontare e ad approfondire il tema con nuove produzioni.

E sono in arrivo a Forlì, a corollario del fitto calendario di incontri con autorevoli studiosi italiani e internazionali previsto nel corso della nona edizione del 900festFestival di Storia del Novecento, intitolato quest’anno Fascismi e internazionalismo democratico e in partenza domani 26 fino al 29 ottobre, le opere filmiche di Valentino Misino e di Serhiy Bukovsky, a ingresso libero e gratuito. Mercoledì 26 e giovedì 27 ottobre saranno quindi presentati in prima nazionale i docufilm Operazione: marcia su Roma, The Living e Spell Your Name.

Non solo si proverà a risalire alle cause che hanno determinato la Marcia su Roma che portò al governo fascista in Operazione: marcia su Roma (2022, 52’) di Valentino Misino, ma si affronteranno anche altri capitoli meno noti della Storia accomunati da quella stessa violenza e dall’abominio che rappresentano il portato delle dittature. The Living (2008, 76’), che sarà presentato mercoledì 26 ottobre alle 20.45 alla Sala San Luigi, si basa sulle testimonianze di ucraini sopravvissuti alla grande carestia (Holodomor) del 1932-33. Racconta anche la storia del giornalista britannico Gareth Jones, i cui resoconti sulla tragedia ucraina rimasero a lungo inascoltati in Occidente. Stesso luogo e orario – ma giorno seguente (giovedì 27 ottobre) – per Spell Your Name (2006, 90’), docufilm prodotto da Steven Spielberg e Victor Pinchuk realizzato con testimonianze raccolte nell’Usc Shoah Foundation.

Abbiamo sentito al riguardo, Giovanni Pasini, membro della Fondazione Alfred Lewin, ente promotore e organizzatore di 900fest, a Forlì.

“Operazione: marcia su Roma”, docufilm di Valentino Misino

Cos’è 900fest e a che cosa si deve la scelta del tema di quest’anno?

Il 900fest – Festival di Storia del Novecento. Dittature, totalitarismi e democrazia è nato nel 2014 e giunge nel 2022 alla IX edizione. All’origine dell’iniziativa c’è la condivisa convinzione della necessità di un costante approfondimento storico, accompagnato da un lavoro sulla memoria, di ciò che è successo nel secolo scorso in Europa. Il festival è nato con l’obiettivo, che ci siamo dati insieme alle varie associazioni e ai sindacati del territorio che ci affiancano nell’organizzazione, di caratterizzare la città di Forlì come riferimento nazionale e internazionale di incontro e studio sulle dittature, i totalitarismi e la democrazia. Nel corso degli anni 900fest è diventato anche un “laboratorio di democrazia”, un luogo di discussione capace di fornire preziose occasioni confronto tra storici, filosofi, sociologi, economisti provenienti da luoghi e percorsi diversi e che, proprio nella città di Forlì, hanno l’opportunità di dibattere attorno ai temi che stanno loro a cuore. Nelle edizioni precedenti si è parlato di “Guerre, totalitarismi, democrazia”, “Donne nei totalitarismi”, “Le colpe e la storia”, “Libertà e Uguaglianza. La Rivoluzione russa e il Novecento”, “La socialdemocrazia è morta?”, “Comunità”, “Periferie”.
Nell’edizione di quest’anno manterremo l’alternanza tra la rivisitazione e l’approfondimento storico di eventi cruciali del passato e dibattiti su temi di attualità. Prendendo spunto dall’anniversario della Marcia su Roma, incentreremo i dibattiti attorno al fascismo come vicenda storica, nelle sue articolazioni locali, nazionali e internazionali, ma anche come modello di riferimento per indagare le tendenze contemporanee. La giornata conclusiva sarà invece dedicata al “mondo dopo l’Ucraina”: parleremo della crisi dell’ordine liberale, di Unione Europea, difesa e Nato, di populismi e sovranismi, e della possibilità di un nuovo internazionalismo democratico.

“The Living” (shooting)

Mercoledì 26 e giovedì 27 ottobre saranno presentati in prima nazionale i docufilm Operazione: marcia su Roma, The Living e Spell Your Name. In che modo si inseriscono nel programma?

Il documentario di Valentino Misino Operazione: marcia su Roma, un’anteprima nazionale, racconta quella giornata e quelle che l’hanno preceduta e seguita attraverso immagini di repertorio e interviste a storici, molti dei quali membri del comitato scientifico del 900fest, intervallate da incursioni sulle vicende di due camicie nere della prima ora, Ernesto Alvino, giovane corrispondente della città di Lecce per il giornale fascista “Il Popolo d’Italia”, e Ines Donati, attivista e studentessa d’arte. Entrambi hanno vent’anni e il loro ideale rivoluzionario ha appena trionfato.
I due documentari del regista ucraino Serhiy Bukovsky, The Living e Spell your name, raccontano, il primo, la grande carestia causata artificialmente dal governo sovietico all’inizio degli anni 30 per eliminare la piccola proprietà contadina e risolvere al contempo la questione nazionale ucraina e il secondo, lo sterminio degli ebrei in Ucraina compiuto nel 1942-1943 dalle forze d’occupazione della Germania nazista, col concorso di elementi della polizia locale. Gli orrori di quelle due tragedie furono perpetrati da due regimi che si ponevano tra loro come nemici, ideologicamente inconciliabili, e nonostante ciò, appunto quei crimini e le caratteristiche intrinseche delle dittature stalinista e nazista ci consentono di accomunarle sotto la parola fascismo. Lo sterminio per fame dei contadini ucraini è inoltre un capitolo della storia del Novecento ancora poco noto e il modo in cui il film che presentiamo lo racconta, con la storia anche del giovane ma già affermato giornalista britannico Gareth Jones, i cui drammatici resoconti dal paese rimasero inascoltati o falsamente confutati in Occidente, può essere letto come un’esortazione sempre valida a non tacere la verità di fronte agli avvenimenti che accadono più o meno lontano da noi, nel solco di un internazionalismo democratico che ha una tradizione importante.

Come sono state selezionate queste tre opere cinematografiche? Come siete venuti a conoscenza di questi tre docufilm?

Dobbiamo a Paola Salvatori, membro del comitato scientifico e una delle storiche che saranno intervistate nei giorni del festival, la segnalazione dell’opera di Misino, uscita proprio quest’anno; la proiezione di mercoledì pomeriggio sarò introdotta proprio da lei. Sugli altri due film in programma, la decisione è nata man mano che in questi mesi si andava definendo nella nostra testa la struttura del 900fest di quest’anno, il titolo e quello di cui volevamo si parlasse e discutesse: ci sembrava giusto provare almeno ad indagare se ci fosse la possibilità di proporre dei film capaci di portare all’attenzione del pubblico l’Ucraina. Abbiamo così trovato notizia del regista Serhiy Bukovsky e dei suoi lavori: la sua riconosciuta reputazione, unitamente al taglio documentaristico e all’uso dell’intervista ai testimoni ci sono subito sembrati in sintonia con quanto cercavamo e con quanto noi stessi abbiamo occasione di praticare nel nostro lavoro col ricorso, benché non nel linguaggio cinematografico, all’intervista. Il fatto poi che lo stesso regista avesse affrontato quelle due differenti storie, ci consentiva di proporre in un certo senso un dittico che avrebbe mostrato due emblematici capitoli di storia occorsi a distanza di dieci anni l’uno dall’altro nello stesso paese. Per questi motivi, il fatto che non esistesse una versione in italiano dei due film non ci ha spaventato e così ci siamo presi noi il compito di commissionare i sottotitoli in italiano.

Quali sono le attività e gli obiettivi portati avanti durante l’anno dalla Fondazione Alfred Lewin, che promuove il progetto?

La Fondazione Alfred Lewin è una piccola istituzione culturale che porta il nome di un giovane ebreo tedesco fucilato a Forlì nel 1944 insieme alla madre e ad altri diciassette ebrei, donne e uomini; tra i suoi scopi principali c’è quello di coltivare la memoria della Shoah e operare per la salvaguardia dei diritti umani contro il razzismo e ogni tipo di discriminazione, tenendo vivi gli ideali di giustizia sociale e libertà, di democrazia, di cooperativismo e mutualismo. Oltre che con il 900fest, che nel voler approfondire la storia di quanto successo in Europa nel secolo scorso, vuole farne memoria promuovendo anche occasioni di riflessione e discussione sul presente, la Fondazione persegue gli obiettivi che si è data soprattutto attraverso la cura della sua biblioteca, aperta al pubblico, specializzata sulla Shoah e sulla storia e gli ideali del socialismo, libertario e umanitario in particolare.
La principale peculiarità della nostra biblioteca, intitolata a Gino Bianco, militante socialista libertario, esperto studioso del laburismo inglese e amico degli ideatori della Fondazione, è poi quella di essersi ulteriormente specializzata sui periodici, italiani e non, del socialismo umanitario, dell’anarchismo, del socialismo liberale, del repubblicanesimo e del liberalismo democratico, dagli ultimi decenni dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento. Da qui l’idea di digitalizzare queste riviste e di creare un’emeroteca digitale da ospitare su un sito web, in modo da permetterne la libera consultazione online. Il sito, aperto nel 2011, raccoglie attualmente le collezioni di 69 periodici, per un totale di circa 5000 fascicoli e 200.000 pagine. È questa la nostra attività principale, che è possibile grazie anche a un notevole lavoro di volontariato da parte dei membri della Fondazione Lewin e al supporto della Regione Emilia-Romagna. Negli ultimi anni inoltre l’attenzione di Biblioteca e emeroteca digitale si è rivolta anche all’area comunista e al periodo del fascismo, proprio per dare un quadro più completo di quello che è stato il Novecento.
Voglio ricordare anche che sempre con l’obiettivo di provare a offrire, soprattutto ai giovani, strumenti in grado di avvicinarli alla conoscenza della storia, abbiamo realizzato un sito web concepito come archivio documentario multimediale sulle vittime ebree delle stragi del settembre 1944 a Forlì. L’abbiamo pensato come uno strumento capace di evolvere e di consentire un esercizio della memoria di ciò che è successo nel secolo scorso in Europa, attivo e partecipato.

[Immagine di copertina: Charkiv, Ucraina]



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