Earth di Nikolaus Geyrhalter è un documentario del 2019 presentato alla 69esima edizione della Berlinale nella sezione Forum.

Il regista dà vita a un ritratto della Terra nell’Antropocene, mostrando vari luoghi che gli umani hanno trasformato con i loro lavori.

Il centro del film infatti è il rapporto uomo/ambiente e ciò viene confermato all’inizio da una frase in cui si sostiene che l’uomo muove il terreno superficiale molto di più rispetto agli agenti naturali come i fiumi e il vento.

La costruzione di Earth è interessante perché si divide in 7 capitoli, ognuno dedicato al luogo visitato, e costantemente si alternano momenti di interviste ai lavoratori (in varie lingue relative ai posti ripresi) in cui gli uomini spiegano i processi di lavoro, i danni ambientali e i cambiamenti tecnologici, a  momenti in cui si mostrano le macchine in funzione tra paesaggi sabbiosi e montagne.
Interessante è anche la fotografia, ogni capitolo si apre con un’inquadratura dall’alto. Con questa tecnica, per ogni capitolo Geyrhalter parte da una grande distanza e poi si avvicina al dettaglio: il paesaggio e l’uomo.
Ogni intervista poi nelle varie risposte viene separata da un’inquadratura nera che ha forte impatto su chi guarda e mantiene attenta l’attenzione nei 115 minuti del film, che a tratti risulta comunque lento e pesante.

Possiamo notare che nonostante la semplicità delle riprese e il fatto che i protagonisti siano così coinvolti perché si parla del loro lavoro, ciò che rende il film particolare e adatto ai nostri tempi è l’intento e la voglia di sensibilizzare lo spettatore riguardo le ferite che stiamo infliggendo giorno dopo giorno alla Terra, sia a causa del nucleare e sia per i continui danni che vengono attuati influenzando i processi fisici del pianeta, facendo così conoscere aspetti che spesso vengono dimenticati o ignorati da tutti noi.
E tutto ciò avviene mostrando protagonisti statici quasi senza sentimenti e senza umanità che descrivono semplicemente il loro lavoro, e il regista è lì a riprenderli senza giudicare mai, lasciando a noi libera interpretazione della realtà che sta filmando nel suo documentario.

Sicuramente Earth attualmente è inquietante ma al tempo stesso si dimostra essere ciò di cui avevamo bisogno in questo periodo in cui sembra che l’uomo pensi di non avere alcuna responsabilità riguardo ciò che accade tutti i giorni, quando invece tutti noi dovremmo aprire gli occhi e partire dal basso per migliorare il pianeta.

Possiamo concludere dicendo che al rigore formale delle riprese si aggiunge quindi un intento emotivo e politico estremamente velato, che sicuramente poteva essere sviluppato meglio cioè con maggiore forza, considerando la delicatezza dell’argomento, ed evitando alcune ripetizioni che si notano durante tutta la durata del film proprio a causa di una posizione non presa chiaramente da parte di Nikolaus Geyrhalter.