Cinema Il Film della Settimana

Crip Camp: disabilità rivoluzionarie

Gaia Apicella

Crip Camp: disabilità rivoluzionarie è un documentario del 2020 diretto da James LeBrecht e Nicole Newnham, prodotto dalla Higher Ground, casa di produzione di Barack e Michelle Obama, e distribuito in Italia da Netflix.
Prima di parlare del film, è interessante sapere che questo documentario ha anche vinto il premio del pubblico al Sundance Film Festival 2020. 

Il soggetto (ripreso anche nel titolo) è il Campo Jened, un campo estivo per disabili che è stato fondato da hippy nel 1951.
Nel film ci viene mostrato l’anno 1971 e possiamo notare come questo posto sia caratterizzato da un’atmosfera di libertà in cui ogni partecipante poteva essere sé stesso e fare tutto ciò che più gli piaceva.
Il campo chiuse per difficoltà economiche dopo l’estate del 1977, ma è stato una grande e importante svolta sia perchè ha permesso a tante persone disabili di conoscersi e socializzare, ma anche perché attraverso la voce di tutti i partecipanti e i loro atti di rivolta, queste persone sono riuscite a conquistare la libertà e i diritti che dovevano avere essendo come tutti noi.

Questi due aspetti vengono abbastanza evidenziati e divisi nel film, infatti notiamo una prima parte incentrata sulle vicende al campo e una seconda parte che invece fa leva sul movimento culturale dei disabili fondato proprio dai partecipanti al campo che riunendosi hanno poi iniziato a lottare per il cambiamento e per ottenere i diritti civili che fino a quel momento non erano concessi alle persone disabili.
Crip Camp ci mostra anche tutte le difficoltà che queste persone hanno dovuto affrontare politicamente e come non sia stato così facile ottenere quello che hanno poi avuto, ma con tenacia ci sono riusciti e hanno potuto migliorare la loro vita quotidiana.

Nel documentario vediamo tante foto e tanti filmati dell’epoca e dei vari momenti citati in precedenza ma anche interviste più attuali ad alcuni dei disabili che hanno partecipato al Campo Janed di quell’anno e che quindi ci danno testimonianza di quel luogo e di quel tempo.
Molto bella è la scelta alla fine del film di ricordare le persone morte che hanno lottato per l’uguaglianza e il tono di delicatezza con cui il mondo dei disabili e la loro storia vengono affrontati.
Però un aspetto negativo riguarda il ritmo del film, essendo abbastanza lento rischia di annoiare lo spettatore o di farlo distrarre, in più un ulteriore lato negativo che trovo ancora più importante da sottolineare è che aspetti delle rivolte per i diritti e per l’identità personale andavano trattati diversamente e approfonditi.

In conclusione, nonostante questi lati negativi, penso che Crip Camp sia un film necessario perché non è banale, non è stato realizzato con il solo intento di commuoverci attraverso la rappresentazione della dolcezza e dell’amore verso il mondo della disabilità che alcune volte viene ancora visto con occhi sbagliati, ma è un progetto che porta avanti la voglia di continuare a migliorare il mondo conquistando pari diritti e dando la giusta importanza alle cose, e per fare ciò è importante comunicare, capire e ricordare come in passato cose che per noi adesso sono scontate, sono state conquistate non solo con forza e coraggio ma anche con tanti ostacoli e difficoltà. 


  • Diretto da: Nicole Newnham, Jim Lebrecht
  • Prodotto da: Nicole Newnham, Jim Lebrecht, Sara Bolder
  • Scritto da: Nicole Newnham, Jim Lebrecht
  • Musiche di: Bear McCreary
  • Fotografia di: Justin Schlein
  • Montato da: Andrew Gersh, Eileen Meyer
  • Distribuito da: Netflix
  • Casa di Produzione: Higher Ground Productions, Rusted Spoke, Little Punk, Just Films, Ford Foundation
  • Data di uscita: 23/01/2020 (Sundance), 25/03/2020 (Netflix)
  • Durata: 108 minuti
  • Paese: Stati Uniti
  • Lingua: Inglese

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