Musica

Jason Lytle – Dept. of Disappearance

Emanuele Siano

Il nuovo album dell’ex cantante e leader dei Grandaddy Jason Lytle, dal titolo Dept. of Disappearance

Per qualche ragione periodi di solitudine e tranquillità possono dare la possibilità ad una persona di ritrovare se stesso. Soprattutto, dopo forti momenti di crisi, un buon modo per cercare l’equilibrio sembra essere quello di andare via, magari sulle cime di una montagna in un luogo sperduto. Questo processo per qualcuno è servito: parliamo di Jason Lytle ex cantante e leader dei Grandaddy, un gruppo che ha contribuito al cambiamento dell’indie americano dal 1992 con quattro album di una ricchezza e profondità sottovalutati. Dopo lo scioglimento del gruppo nel 2006 Lytle ha deciso di ritirarsi in una casetta di legno sulle cime sperdute di Bozeman nel Montana e nel suo studio casalingo ha composto prima un Ep Yours Truly, the Commuter (2009) e poi uno speciale per Natale Merry X-Mas 2009, sette brani tutti improvvisati al pianoforte.

L’esperienza dei Grandaddy e la ritrovata serenità dovevano ancora mettere radici solide. Passano gli anni e la risposta di Lytle si fa sentire forte e chiara: nel suo studio casalingo tra chitarre acustiche, tastiere elettroniche, racconti semplici e malinconici, Jason dà alla luce Dept. Of Disappearance.

L’ascolto dell’album è un piacere silenzioso e profondo. Per la delicatezza dei suoni e dei testi, cinquanta minuti passano come un sottofondo che accompagna i nostri pensieri più carichi di speranza ed armonia. Un disco che ci racconta la difficoltà di un allontanamento e la ricchezza di una solitudine ritrovata attraverso semplici storie. Il percorso di un artista, ma soprattutto di una persona che scrive per sopravvivere, per dare senso ad un mondo assurdo e caotico.

Attraverso canzoni come Matterhorn, Hangtown e Last problem of the alps Jason Lytle descrive per la maggior parte personaggi e situazioni d’immaginazione che regalano all’ascoltatore momenti di evasione o di riflessione. Lo stesso avviene con Somewhere there’s a someone una piccola perla carica di malinconia e desiderio di introspezione e d’amore. Invece con Young Saints, Willow wand willow wand e Your final setting sun, un misto di suoni e ritornelli elettronici accompagnano la voce delicata di Jason creando un’atmosfera a tratti piacevole e stimolante. Le tracce che aprono e chiudono il disco, rispettivamente Dept. Of Disappearance e Gimme Click Gimme Grid, ricordano il migliore sound dei Grandaddy: elettronica bruciante che arricchisce le tracce, lunghe dissolvenze, chitarre malinconiche e la voce umile di Jason.

Insomma a Jason scomparire per un po’ è servito. Forse potremmo seguirlo nel “dipartimento della scomparsa”, prendendoci un po’ di tempo per noi stessi e ricaricandoci con questo splendido album.



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