Musica

Diamond Terrifier – Kill The Self That Wants To Kill Yourself

Emanuele Siano

E ora qualcosa di completamente diverso…

La curiosità spinge le persone ad ogni tipo di ricerca. Sareste curiosi di ascoltare un uso del sax completamente nuovo, altamente sperimentale e d’avanguardia? Bene, incominciamo.
L’artista di riferimento è Sam Hillmer sassofonista tenore e fondatore della band Zs denominata dal New York Times come una delle migliori band d’avanguardia di New York. Dal 2003 in poi hanno prodotto dodici lavori artistici di una stupefacente varietà stilistica. Gli Zs suonano il rock, il jazz e l’elettronica utilizzando la loro impronta di ricerca e, spesso, di libera improvvisazione. La loro musica è un genere a parte, una sfida per chi suona e chi ascolta poiché spinge la mente ed il corpo alla ricerca ed al superamento dei propri limiti. Hillmer insieme alla chitarra elettrica di Patrick Higgins ed alla batteria di Greg Fox colpiscono i sensi musicali dell’ascoltatore rivoluzionando ogni genere e portandolo “oltre”.

Simultaneamente all’esperienza dei Zs il genio di Sam Hillmer si concretizza nel primo progetto da solista: con il nome di Diamond Terrifier è uscito per la Northen Spy Kill the self that wants to kill yourself. L’album è prodotto da Chris Taylor, chitarrista della band indie-rock Grizzly Bear , con cui Hillmer condivide la passione della sperimentazione elettronica e minimalista. Infatti il disco è un lavoro jazz d’avanguardia che spazia tra il genere drone, l’elettronica e il free RnB. Il suo nome (Feroce Adamantino) è la traduzione inglese del dio indo-tibetano Vajrabhairava che significa Distruttore del Signore della Morte. Quindi l’essenza del disco è tutta nel potenziale positivo della distruzione, in quella capacità creativa che influenza e plasma, che è superamento dei limiti imposti da ogni genere e da ogni strumento musicale.

 Nelle otto tracce dell’LP si susseguono suoni ombrosi e paurosi, spesso ipnotici con riff ossessivi. Il suono del Sax è trasformato radicalmente, viene modificato e distorto fino a generare toni da cornamusa o a evocare ruggiti/urla di animali (Kill the self that wants to kill youself e Adamantine, su tutte). La capacità di alcune tracce di suggerire sensazioni estatiche e gioiose (Trasference Trance) o , all’opposto, tetre e nervose (Three Things e Becoming a new object) è disarmante. Centrale è lo strumento del Sax che, a seconda del caso, s’intromette o accompagna le basi elettroniche e drone. Questo disco è un viaggio ai confini del suono, un percorso profondo e stupefacente che lascia increduli e spiazzati. Andare “oltre” con Diamond Terrifier è possibile, perciò preparatevi bene ed esplorate.



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