Musica

Intervista al Confusional Quartet

Emanuele Siano

Intervista al Confusional Quartet, che è tornato insieme dopo trent’anni e ha fatto uscire un nuovo, interessantissimo, album.

Dopo una trentina d’anni il Confusional Quartet, gruppo storico della no/new wave italiana degli anni ’80, ritorna sulle scene con un nuovo disco. Confusional Quartet è un disco da non perdere (e di cui potete leggere la recensione qui) e per questo abbiamo chiesto ai componenti del gruppo una serie di domande sulla loro vita artistica e sui progetti futuri. I CQ sono: Lucio Ardito al basso, Gianni Cuoghi alla batteria, Enrico Serotti alla chitarra, e Marco Bertoni alle tastiere.

Il Confusional Quartet ritorna a creare in studio. Dopo “Confusional Quartet Italia Calibro X (Vecchio Son sessions)” avete deciso di fare ancora più sul serio. Com’è stato ritrovarvi tutti insieme? Questi famosi trent’anni di silenzio vi sono stati d’aiuto?

Ritrovarci è stato emozionante e magico. Una opportunità umana e artistica più unica che rara, se si pensa che erano oltre 30 anni che non ci si vedeva tutti insieme… Il progetto CQ ha una strana sorte…o da ragazzini, o da adulti fatti e maturi… non ci sono vie di mezzo e sempre e comunque non omologabili e difficilmente catalogabili. Ritrovarsi a suonare e a comporre nuovi pezzi insieme ha sorpreso tutti perché è stato ritrovato intatto dentro di noi il meccanismo che ci faceva fare le cose all’inizio del progetto. I trenta anni di “silenzio” in questo senso non ci sono stati di aiuto, semplicemente dopo tanto tempo il progetto è ripartito. Il trentennio è piuttosto utile per chi ora ci può ascoltare o seguire: portiamo con noi una prospettiva storica e culturale probabilmente interessante, vista la situazione italiana odierna, soprattutto in riferimento alla cultura alternativa.

Confusional Quartet è un album carico di una confusione creativa che disarma. Nonostante il panorama musicale e culturale italiano attuale siete riusciti a sperimentare senza condizionamenti. Quali ispirazioni e suggestioni vi hanno affiancato nella composizione di quelle tracce?

Nessuna. Il nostro modo di fare le cose è sempre stato cercare liberamente di esprimerci. Poi se si trovano delle parole dei riferimenti per meglio inquadrare ciò che facciamo, ben venga…ma noi non abbiamo cantante nè testi, non parliamo nei nostri lavori.

Il video di Futurfunk è affascinante. La musica racconta la parabola di Gheddafi con una tensione illuminante e riesce a far riflettere su qualcosa che ancora oggi, per molti, nasconde tantissimi interrogativi. Il singolo nasce di proposito? Perché proprio la figura di Gheddafi?

Il singolo nasce da una collaborazione artistica con Sir Bob Cornelius Rifo AKA The Bloody Beetroots, con il quale abbiamo scritto il brano. Il brano inizia con F T Marinetti che declama  “La battaglia di Tripoli” del 1912. Da questa analogia ci è venuto in mente il lavoro più che su Gheddafi (e sulla sua imbarazzante frequentazione con i politici democratici tanto interessati al  petrolio) sulla sua immagine, sull’immagine comunicata.

Riprendendo il comunicato di Italia Calibro x, una domanda sorge spontanea: il coraggio e l’energia della sperimentazione ma soprattutto quello sforzo che dalla confusione genera creatività sono ancora condivisi dagli artisti, oggi? Cosa di negativo e cosa di pro-positivo trovate guardandovi intorno?

Non sappiamo, guardandoci intorno sentiamo una momento molto debole relativamente al coraggio del fare le cose, e forse proprio il crollo dei motivi per cui farle, molto lontani dalla nostra abitudine di cercare di comunicare con energia quello che sentiamo e proviamo. Esprimersi per fare succedere qualche cosa e per provocare. Sentiamo però un ritorno di curiosità e interesse per l’alternativo nei giovani ascoltatori.

Con la carica che genera l’album Confusional Quartet avrete tantissime energie per ricominciare. Qualche idea in particolare per il futuro? O lascerete spazio all’improvvisazione? Insomma, cosa ci dobbiamo aspettare dopo questo disco?

Dopo questo disco siamo molto concentrati nel portare i pezzi dal vivo il più possibile e stiamo mettendo in cantiere nuove idee e progetti per il 2013!



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