Cinema

In Sala. Un ragazzo d’oro

Marina Niceforo

Pupi Avati ritorna con un dramma cupo e amaro sulle difficoltà del rapporto padre-figlio, ottimamente interpretato da Riccardo Scamarcio.

A tre anni di distanza da Il cuore grande delle ragazze, Pupi Avati torna al cinema con Un ragazzo d’oro, dramma amaro interpretato da Riccardo Scamarcio e scritto dal regista bolognese a quattro mani con il figlio Tommaso.

Davide Bias (Scamarcio) è un aspirante scrittore costretto a confrontarsi con il fallimento delle sue ambizioni artistiche da un lato, e della sua relazione amorosa con Silvia (una Cristiana Capotondi alquanto incolore) dall’altro; alla morte di suo padre, sceneggiatore di commedie di serie B, Davide rigurgita il rancore accumulato nei confronti del genitore, col quale aveva avuto un pessimo rapporto per tutta la vita e che probabilmente era stato la causa dei suoi disturbi ossessivo-compulsivi. Ma quando un’editrice italo-canadese, Ludovica Stern (per questo ruolo Avati si affida addirittura a Sharon Stone), chiede a Davide di cercare un romanzo che il padre aveva scritto e mai pubblicato, il ragazzo inizia a scoprire aspetti del padre che non immaginava.

L’idea di questo soggetto, nato dallo stesso Avati, è sicuramente originale e buona nelle intenzioni: il rapporto problematico tra padre e figlio – seppure non diretto – fa muovere l’intera storia ed opera cambiamenti in grado legare a due lati opposti i personaggi. Tuttavia la realizzazione di tali propositi avviene attraverso passaggi che risultano macchinosi per quanto essenziali, e che sono spesso emotivamente poveri laddove giace una miniera di momenti significativi per il compimento del destino di Davide.  Se l’introspezione e la debolezza di Davide (tutto merito di Scamarcio) si sposano alla perfezione con i toni cupi del dramma, alcune scene risultano quasi caricaturali per situazioni e dialoghi. Altrettanto  deludenti i primi piani ravvicinati a grande velocità (che spezzano piuttosto che aumentare la tensione) e le inquadrature sui dettagli, che non riescono a catturare mai davvero il cuore dello spettatore.

Ottima la colonna sonora firmata da Raphael Gualazzi, che testimonia il desiderio di Avati di ricercare la novità e la sperimentazione in più campi; ma forse è proprio questo desiderio lo scotto da pagare, per cui si riescono solo ad appena apprezzare l’astuto percorso di Davide verso il finale e le motivazioni psicologiche che rendono il suo personaggio quel ragazzo d’oro di cui parla il titolo.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Pupi Avati
  • Fotografia: Blasco Giurato
  • Musiche: Raphael Gualazzi
  • Cast: Sharon Stone, Riccardo Scamarcio, Cristiana Capotondi, Giovanna Ralli, Guia Zapponi, Viola Graziosi
  • Sceneggiatura: Pupi Avati, Tommaso Avati

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