Arti Performative

Babilonia Teatri – Baby Don’t Cry

Marcella Santomassimo

Lo spettacolo pensato specificatamente per i ragazzi di Babilonia Teatri, dal titolo Baby Don’t Cry, visto nell’ambito de “Le vie dei festival”

Dopo This Is The End i Babilonia Teatri, nella persona di Enrico Castellani e Valeria Raimondi, si sono divertiti ancora una volta a mutuare il titolo della loro performance da quello di una canzone. Trattasi di Baby Don’t Cry, spettacolo per bambini al di sopra dei 6 anni, realizzato per far fronte all’interessante progetto del Teatro Delle Briciole di Parma. Se in This Is The End il tabù da scardinare era l’innominabile morte, in Baby Don’t Cry il tabù da abbattere è invece quello del pianto, forse diventato tale più per gli adulti che per gli infanti. Il periodo di lavoro e di ricerca che ha portato alla sua realizzazione è stato piuttosto lungo, raccontano i Babilonia: circa un anno, durate il quale la compagnia si è dedicata alla raccolta di materiale, intervistando e parlando con i bambini delle scuole di Parma. Attraverso questa esperienza sono approdati alla consapevolezza che per i bambini il pianto non è affatto qualcosa di cui vergognarsi ma qualcosa di cui parlare liberamente, senza reticenze, come di un vanto, quasi un vezzo. I Babilonia hanno poi fuso insieme le loro ricerche come in un calderone magico dal quale hanno poi cominciato ad attingere creando sovrapposizioni di immagini, suoni e situazioni. Sulla scena un pianoforte, un albero di Natale e un passeggino illuminato a festa, tutte componenti che fanno sorridere i bambini in sala fin dall’inizio. Poi un lampeggiante indica pericolo, il pianto è un pericolo. Gli adulti cercano quindi di arginarlo, tamponarlo, inventandosi di tutto per farlo cessare, precludergli la possibilità di ogni manifestazione futura. I due attori in scena, Francesco Speri e Marco Olivieri, muniti di megafono fanno sentire la loro voce all’unisono in un elenco ritmico di cliché, frasi preconfezionate da genitori modello, esasperati e desiderosi di comunicare a tutti i costi un’educazione adeguata ai propri figli. Come un direttore d’orchestra Francesco Speri dirige la moltitudine di voci fanciullesche, provenienti da registrazioni esterne, troppo esigenti per stragli dietro. E così si dimena, si arrovella su se stesso, ne mima con il corpo le tonalità.

Baby Don’t Cry è uno spettacolo per bambini che parla di bambini e fa parlare i bambini, senza però trattarli come tali. Chi conosce i Babilonia sa bene che la loro poetica non parte dal desiderio di voler comunicare verità o morali, ma questa volta l’eccezione era d’obbligo per il pubblico in miniatura. Ed è così che dallo spettacolo il pianto ne esce vittorioso diventando un valore, una liberazione, un godimento. Si percepisce chiaro lo stile dei Babilonia, quelle atmosfere un po’ inquietanti che qui sono come ovattate, edulcorate, che premono per uscire fuori ma sanno bene quando è il momento di tirarsi indietro.


Dettagli

  • Titolo originale: Baby Don't Cry

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti