Cinema

In Sala. Un gatto a Parigi

Marcella Santomassimo

Anni dopo la sua nomination agli Oscar, il nuovo gioiellino animato della Folimage esce nelle sale italiane

 

Dopo essere stato candidato come all’Oscar per il Miglior Film d’Animazione, Une vie de chat (Un gatto a Parigi) arriva nelle nostre sale cinematografiche. Se in un primo momento ci si potrebbe stupire per quella nomination accanto ai colossi americani DreamWorks e Paramount, il film ha il dono di far ricredere presto gli scettici uno per uno. Chi invece ha già avuto modo di vedere il precedente lavoro della casa di produzione francese Folimage, la Profezia delle ranocchie (che portava anch’esso tra gli sceneggiatori la firma di Jacques-Rémy Girerd, fondatore della Folimage) non ne sarà affatto meravigliato.

Un gatto a Parigi racconta la doppia vita di Dino, un felino che di giorno è il gatto adorato di una bambina, Zoé (Oriane Zani), e la notte il fedele aiutante di un ladro dal cuore tenero, Nico (Bruno Salomone), che si muove agile sui tetti della città e sguiscia nelle case parigine alla ricerca di oggetti preziosi. La madre di Zoé, Jeanne (Dominique Blanc), è un commissario di Polizia alla caccia del mafioso Victor Costa (J.B. Blanc) che uccise il marito, poliziotto come lei. Dalla morte del padre la piccola Zoé ha smesso di esprimersi con la parola. Incuriosita dalle fughe notturne del suo gatto, Zoé decide di seguirlo cacciandosi però in un brutto pasticcio che la porterà a saltellare sui tetti di Parigi aggrappata alle spalle di Nico, a essere catturata dai cattivi e a rischiare di essere usata come merce di scambio da Costa. Tutto si risolverà per il meglio con un finale sospeso tra i cieli di Parigi e i gargoyles di Notre Dame con un lieto fine imprevisto e degno delle migliori favole.

Realizzato con le più tradizionali tecniche di animazione e interamente disegnato a mano, Un gatto a Parigi ricorda fin dalla copertina un film dal sapore retrò e dall’ambientazione noir, un film per bambini, certo, ma che non si tira indietro nell’affrontare con delicatezza il tema della morte, lo stato psicologico di una bambina che si chiude nel silenzio in seguito alla perdita del padre, il rapporto madre/figlia, la solitudine di un uomo che colma con fughe notturne ma che trova poi completo appagamento nell’amore. La Folimage sforna un’altra pellicola gioiellino dell’animazione, lo aveva già fatto prima con la Profezia delle ranocchie, un film educativo che iniziava ai valori della convivenza pacifica; affrontava, sfiorandoli, la diversità uomo/donna e i primi istinti sessuali, esaltava l’amore tra le specie e quello sentimentale. Sono film per bambini che non hanno nulla da invidiare agli effetti speciali e alla grafica 3D sviluppate dal mondo dell’animazione e che riescono nell’intento di appassionare grandi e piccini puntando su storie articolate che lasciano fino alla fine con il fiato sospeso. Unica sicurezza: il lieto fine.


Dettagli

  • Titolo originale: Une vie de chat
  • Regia: Jean-Loup Felicioli, Alain Gagnol
  • Fotografia: /
  • Musiche: Serge Besset
  • Cast: Dominique Blanc, Bernadette Lafont, Bruno Salomone, Oriane Zani
  • Sceneggiatura: Alain Gagnol, Jacques-Rémy Girerd

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