Libri

Vetrina. “Dentro”

Roberta Iadevaia

Un esordio sorprendente, un libro da leggere e rileggere per la sua semplicità e la forte dose di umanità che emana

Un esordio sorprendente quello di Sandro Bonvissuto, quarantaduenne laureato in filosofia e cameriere in un’osteria romana. Guidato dalla sua prosa asciutta ed essenziale, semplice e profonda, il lettore finisce per ritrovarsi dentro, appunto, le tre storie che compongono il libro, complice la scelta quanto mai efficace della prima persona.

I tre racconti corrispondono ad altrettanti momenti cruciali della vita di un uomo narrati a ritroso (dalla maturità all’infanzia) forse una piccola rivalsa su quello che in fondo è il protagonista del libro, il tempo, vero “avversario della vita” che sta “sempre dalla parte dei più forti”.

La prima storia, “Il giardino delle arance amare”, è uno dei migliori racconti che siano mai stati scritti sul carcere, il male declinato in forma architettonica. Senza cedere a sentimentalismi o a luoghi comuni, Bonvissuto riesce a catturare una prospettiva inedita e a restituire tutta l’angoscia, la sofferenza e le umiliazioni a cui sono costretti i detenuti, non più persone ma incarnazioni del loro stesso reato. In questa desolazione brillano inaspettati passaggi sparsi fatti di ironia, accostamenti inconsueti – “non c’è niente di artificiale che incarni il concetto di nudità umana come na lampadina” – e riflessioni che sanno di rivelazioni – “il muro è il più spaventoso strumento di violenza esistente. Non si è mai evoluto, perché è nato già perfetto […] il muro non è una cosa che fa male; è un’idea che fa male. Ti distrugge senza nemmeno sfiorarti”.

Interessanti anche gli altri due racconti, uno sulla diarchia istaurata dal protagonista e dal suo compagno di banco per resistere alla logica individualista dell’istituzione scolastica – che mira a “far emergere le capacità individuali all’interno di una collettività fingendo di unire, per dividere”; l’altro su quel delicato processo che è la costruzione dell’identità durante l’infanzia, incarnato nel protagonista che impara ad andare in bicicletta.

Dentro è un libro da leggere e rileggere e che andrebbe studiato nelle scuole per la sua semplicità e la forte dose di umanità che emana.



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