Cinema

In Sala. Magic in the Moonlight

Marina Niceforo

Lo scontro tra fede e razionalità si fa magico per Emma Stone e Colin Firth nella nuova commedia di Woody Allen

 

Woody Allen l’ha fatto ancora: dopo la breve ma proficua fuga in America con Blue Jasmine, l’anno scorso, il maestro newyorkese è tornato in Europa per renderla ancora una volta protagonista, insieme alla notte (anche qui francese come in Midnight in Paris) e alla magia (Scoop), di Magic in the Moonlight.

È il 1928 e il famoso illusionista inglese che si finge cinese Wei Ling Suu (il cui vero nome è Stanley Crawford, e il cui volto è quello di Colin Firth) delizia l’Europa con i suoi incredibili spettacoli di magia; dopo una di queste serate Stanley viene contattato da un amico per smascherare una presunta giovane medium – lo smascheramento dei falsi maghi è infatti un’altra delle sue specialità – che si è stabilita presso alcuni facoltosi amici nel sud della Francia. Quando arriva lì, l’intera famiglia è già stata completamente soggiogata dalle capacità di Sophie (Emma Stone), dotata di un vero e proprio talento nel leggere le menti e parlare con le anime dei defunti, ma Stanley è determinato a dimostrare che tutto si tratta di un trucco e a non credere alle pur convincenti apparenze.

L’abilità di Woody Allen, per restare in tema, sta come sempre nel gettare le basi di una storia e costruirla a partire da una manciata di elementi essenziali, di tratti psicologici caratterizzanti finemente stilizzati, e di situazioni che si fondono insieme con la naturalezza di una magia ben riuscita. Prima ancora di conoscerne il perché, ci si ritrova all’interno di una commedia in cui i passaggi sono automatici e veloci, ma soprattutto estremamente funzionali a rivelare l’elemento portante della narrazione: lo scontro ideologico tra fede e razionalità. E se la metafora principale utilizzata per descrivere tale confronto è quella della magia (al tramonto o appunto al chiaro di luna, quando le ombre si allungano sulle certezze della vista e della mente), concetti altrettanto efficaci sono l’amore e la religiosità, entrambi presenti in Magic in the Moonlight.

La grazia innata di questo film si manifesta nelle romantiche ambientazioni costiere della riviera azzurra, nei leggerissimi costumi anni venti dei protagonisti, e nella fotografia pastello di Darius Khondji. E se c’è una fetta di pubblico che si è in parte lamentata del “solito cliché alleniano”, la struttura passa volentieri in secondo piano quando funzionano i meccanismi tra i personaggi, quando dai dialoghi sempre ironici e brillanti emergono idee e teorie che saranno smentite o forse no, quando ci si perde nella finzione, quintessenza della magia di Magic in the Moonlight.


Dettagli

  • Titolo originale: Magic in the Moonlight
  • Regia: Woody Allen
  • Fotografia: Darius Khondji
  • Musiche: /
  • Cast: Emma Stone, Colin Firth, Marcia Gay Harden, Hamish Linklater, Jacki Weaver, Eileen Atkins, Erica Leerhsen, Simon McBurney, Jeremy Shamos
  • Sceneggiatura: Woody Allen

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