Arti Performative

Teatro della Tosse – Sogno di una notte d’estate

Marcella Santomassimo

Ancora un altro sogno che come tutti i bei sogni, senza un preciso senso, al risveglio… scompaiono. 

L’enorme e pesante sipario di velluto rosso si apre su uno scenario funereo, degno del migliore Tim Burton. Sprofondati nella terra e circondati da un’arena formata da due pedane inclinate, adornate di aste di legno bianco dalle particolari forme, che con un po’ d’immaginazione si trasformano subito in crocifissi tombali, sei personaggi, il cui volto è coperto. Si risvegliano in questo macabro scenario, rinascono dalla terra, esplorano i corpi e gli sguardi l’uno dell’altro. Sono le figure che popolano la notte di mezza estate di Shakespeare, o meglio, come recita il titolo del riadattamento, di una notte d’estate, una notte qualsiasi. Come chiunque potrebbero essere quattro delle figure al centro del palco che impersonano gli amanti – Demetrio, Ermia, Elena e Lisandro – come del tutto casuale è l’amore (molti traduttori sostengono sia, infatti, questa la versione italiana esatta del titolo e non quella comunemente diffusa). Le figure si scoprono il volto incappucciato e il sogno ha inizio. Il testo del drammaturgo inglese viene alleggerito da Emanuele Conte ed Elisa D’Andrea, i quali hanno operato procedendo all’eliminazione di alcuni personaggi, quasi a voler rendere la pièce più snella, agile, lineare. In scena, dunque, troveremo solo gli amanti, i sovrani del bosco Oberon e Titania, il Duca di Atene Teseo e la sua promessa sposa, la regina delle Amazzoni Ippolita, il folletto Puck al servizio di Oberon e Fiordipisello, la fatina della regina Titania la quale, in questo riadattamento, si conquista un nuovo spazio e viene scelta come rappresentante di tutte le fatine presenti nella versione originale; e infine gli artigiani, nel loro compito metateatrale, che metteranno in scena, in maniera improbabile e grottesca, la leggenda dei due innamorati Piramo e Tisbe, in onore delle nozze dei loro sovrani. Come emerge dal comunicato stampa dello spettacolo, la messa in scena dovrebbe mettere in risalto ed esaminare le pulsioni sessuali sia fisiche che sentimentali dei giovani amanti, ma ciò resta solo nelle intenzioni. Qualche accenno di erotismo e uno scambiarsi d’abito tra Demetrio ed Elena, di cui non si riesce a cogliere il senso preciso, sono gli unici elementi che potrebbero essere ricondotti al tema della sessualità, ma non di certo lo analizzano. Qualche segno di ironia più marcato, fuori dai canoni shakespeariani, emerge dalla scena in cui Bottom viene trasformato in asino e durante quella del risveglio di Titania. Un approccio che però sembra solo abbozzato. Di notevole bellezza restano: la scenografia, sovrastata da una grande ragnatela simbolica che mai viene utilizzata per tutto il tempo scenico e finisce per essere solo uno strumento di decoro e d’impiccio, e i costumi dark di Fiordipisello e Puck, che in calze a rete, borchie e catenacci se ne vanno a spasso per il lugubre bosco. Ancora un altro sogno che come tutti i bei sogni, senza un preciso senso, al risveglio… scompaiono. 


Dettagli

  • Titolo originale: Sogno di una notte d'estate

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