Cultura & Sviluppo

Ravello Lab 2012 – Seconda Giornata

Cristina Lucarelli

Reportage dalla seconda giornata di Ravello Lab

La seconda giornata di Ravello Lab – Colloqui internazionali, è stata tutta incentrata sulla lectio magistralis dell’onorevole Silvia Costa, europarlamentare e relatrice del nuovo programma dell’Unione Europea Creative Europe, e di Valentina Montaldo, ricercatrice presso il KEA Affairs di Bruxelles, nota società di consulenza specializzata nelle industrie culturali e creative. Ed è proprio quest’ultima ad iniziare i lavori, dopo l’introduzione del moderatore Claudio Bocci e della presentazione dei risultati dei due panel, di cui abbiamo parlato più diffusamente nel reportage del giorno precedente, ad iniziare la lectio, vertendo il suo discorso sull’uso dei fondi strutturali dell’Unione Europea allo scopo di attuare dei progetti culturali. Due i punti principali affrontati dalla Montalto:

  • Il ruolo ancora marginale del settore culturale e creativo all’interno delle politiche di coesione sociale, nonostante la prossima messa in opera di Creative Europe;
  • La presenza fulgida di alcune città modello di sviluppo, che sono state battezzate dalla Montalto come “città-creative”, come Nantes, Berlino o Tartu.

La ricercatrice di KEA Affairs ha concluso il proprio intervento rivolgendosi all’Italia, ed augurandosi che nel prossimo futuro si mettano a sistema le best practice allo scopo di ottenere una nuova visione strategica del paese, fondamentale per superare questo momento così difficile a livello globale.

Le fa eco l’europarlamentare Silvia Costa, che si è concentrata invece nel presentare Creative Europe (puoi saperne di più cliccando qui); questo importante programma, che finanzierà 1.8 miliardi di euro dal 2014 al 2020, può essere il volano per creare delle nuove strategie a livello culturale e creativo in grado di assurgere a best practice e diventare così un valore aggiunto per il paese. Purtroppo però, ha dichiarato la Costa, in Italia queste buone prassi non vengono promosse abbastanza, in quanto manca una banca dati affidabile che raccolga queste eccellenze legate al rapporto tra cultura e sviluppo; ciò non ci permette di promuoverci in maniera ottimale sullo scacchiere internazionale, facendo così trasparire poco il reale valore di alcune nostre iniziative di sviluppo.

A margine dei due discorsi, è sorta una prolifica discussione, che ha visto tra gli altri gli interventi di Patrizia Ranzo, che si è soffermata sulla necessità di un’assemblea costituente delle università in grado di meglio canalizzare i fondi dell’Unione Europea e in particolare quelli legati a design e moda, o quello di Pietro Pietraroia, che ha espresso l’urgenza di far diventare i temi culturali anche temi di sviluppo, attraverso la nomina di un ministro dello sviluppo economico competente in questi temi. A chiudere il discorso e a fare gli onori di casa ci ha pensato Alfonso Andria, presidente del CUEBC organizzatore di Ravello Lab, che ha ringraziato i presenti ed indicato una serie di suggestioni da sviluppare, dando così appuntamento al prossimo anno di Ravello Lab.



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