Cinema

Educazione Siberiana

Cristina Lucarelli

Gabriele Salvatores vola in Siberia per trasporre le pagine del bestseller di Nicolai Lilin con un cast internazionale capeggiato da John Malkovich

 

Tra il calligrafismo e il romanzo di formazione si snoda la “convincente solo a tratti” ultima fatica cinematografica di Gabriele Salvatores, quell’Educazione Siberiana che, per anelito di respiro internazionale, è accostata al contemporaneo lavoro del connazionale Giuseppe Tornatore, ossia La migliore offerta. Forse entrambe le pellicole partono da premesse ardite, ma il risultato non è pienamente soddisfacente, anche se, bisogna ammetterlo, vale comunque la visione.

Prendendo il via dal bestseller di Nicolai Lilin, Salvatores ci fa viaggiare fino in un angolo remoto e decisamente poco accogliente del pianeta, tra quelle lande glaciali dove vivono gli “onesti criminali siberiani”, dove sopravvivono retaggi arcaici di tatuaggi, riti e venerazione per le armi, ma anche l’umana solidarietà per il più debole, nonché il disprezzo del potente. In quest’ambiente dove l’Io appare profondamente disorientato dalla manichea divisione tra collettività ed egoismo, tra tradizione e modernità, tra comunismo e consumismo, crescono Kolima (Arnas Fedaravicius) e Cagarin (Vilius Tumalavicius), amici per la pelle destinati a strade diverse. Cagarin diverrà un “criminale onesto”, mentre la controparte ribelle sarà Kolima, il quale, poco prima di finire in carcere, si innamorerà perdutamente di Xenja (Eleanor Tomlinson), una giovane mentalmente disturbata. Molto buone le interpretazioni dei due giovani lituani, seppur la scena è rubata da un sempre meraviglioso John Malkovich, nei panni del saggio nonno Kuzya, che puntella la struttura filmica reggendone le sorti.

La regia è sicuramente inappuntabile, ma altrettanto non può dirsi della sceneggiatura: lo script, firmato da Stefano Rulli e Sandro Petraglia, sovrabbonda di cliché, paradigmi, e appare a volte troppo confuso per essere accettato come buono. Se il racconto è avvincente in alcuni momenti, in molti altri perde di mordente per dilungarsi in quelle fanfaluche che costano il penalty a Salvatores. Menzione a parte per le musiche di Mauro Pagani che sottolineano il minutaggio senza gareggiare mai, piuttosto armonizzandosi, con la fotografia cruda e a tratti straziante di Italo Petriccione.

Con il materiale a disposizione, comparto tecnico compreso, questa poteva essere un’ottima opportunità per Salvatores che però non riesce appieno. Malgrado ciò, questa Educazione Siberiana  che tanto differisce dal romanzo da cui trae ispirazione, resta una pellicola ancora valida, capace di suscitare qualche emozione, seppur con lentezza.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Gabriele Salvatores
  • Fotografia: Italo Petriccione
  • Musiche: Mauro Pagani
  • Cast: John Malkovich, Peter Stormare, Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius, Eleanor Tomlinson
  • Sceneggiatura: Gabriele Salvatores, Stefano Rulli, Sandro Petraglia

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti