Arti Performative

Compagnia Babygang – Monologhi del Caxxo

Marcella Santomassimo

Uno degli spettacoli del Fringe Festival di Napoli era Monologhi del Caxxo della Compagnia Babygang di Carolina de La Calle Casanova e Valentina Scuderi.

Napoli, Sala Assoli, nel cuore dei quartieri spagnoli. È questa una delle location scelte per l’E45 Fringe Festival, festival dedicato alle compagnie emergenti, che dal 2009 si svolge, con cadenza biennale, in parallelo al Napoli Teatro Festival Italia. L’atmosfera è conviviale, un aperitivo viene offerto all’ingresso del piccolo teatro. Prima di entrare in sala per assistere allo spettacolo, alcune signore fanno scorta di taralli: “è spirito di sopravvivenza”, dice sorridendo una di loro. E ci si accorge così che ogni città ha un suo modo di vivere e di sopravvivere, anche al teatro.

Il clima resta lo stesso all’interno del caldo teatrino. Pochi posti, per pochi intimi, per parlare di un tema altrettanto confidenziale, attuale quanto ancestrale: il membro maschile. Carolina De La Calle Casanova e Valentina Scuderi non si fanno tanti scrupoli e lo chiamano con il suo “vero” nome, ovvero cazzo, lo nominano in continuazione in un turbine di doppi sensi scaturiti da gesti e  parole. Non immaginate però niente di volgare o di puramente fine a se stesso. Quello che  le due attrici/conduttrici, aiutate dalla regista Lucia Vasini, hanno messo in scena è un allestimento che prende spunto dal corrispettivo Monologhi della Vagina di Eve Ensler. Il tessuto drammaturgico è stato costruito su interviste e questionari fatti a uomini di tutte le razze ed età. Carolina e Valentina ci provano anche in sala, il pubblico le segue divertito, forse anche un po’ imbarazzato, ma quando si tratta di confessare le misure del proprio caxxo molti si tirano indietro. Allora le due improvvisano e lo fanno in maniera naturale e splendida. Una ragazza prende posto in sala dopo qualche minuto dall’inizio dello spettacolo e Carolina non perde tempo a fornirgli un rapido ed incisivo riassunto.

Durante la serata si sdoppiano per impersonare Ciullo da Roma, dall’accento modenese, padre in crisi con il figlio alle prese con l’uso del suo pene e Marylin, sempre da Roma anche lei con un accento vagamente lombardo, che ci racconta di come con la fantasia si può superare ogni ostacolo sessuale. Un racconto ironico certo, come tutta la piéce, ma che nella parte finale si tinge di un colore diverso, sfiorando di poco la commozione nei presenti.

Tutta la rappresentazione è attraversata dal doppio: doppi sensi, doppie personalità, doppie emozioni. Dalle musiche che non sono mai quelle che una delle due presentatrici richiede per il suo momento; alle origini di Ciullo e Marylin; ad alcuni racconti impregnati di una forza drammaturgica che diventa potenza quasi virile; ad una doppia tematica, quasi parallela, quella della crisi del nostro paese, crisi morale ed economica. Le due autrici ci arrivano in maniera trasversale, non l’affrontano di petto ma la insinuano poco alla volta, in piccole battute, frecciatine, fino ad arrivare al fatidico momento di “venire”, dove elencano in crescendo mancanze e delusioni: Al Centro Commerciale viene, e ultimamente viene solo guardando. Alle Urne invece il Paese viene meno o quando viene, viene male.

Monologhi del caxxo è una summa di diverse formule che vanno dal cabaret, all’avanspettacolo, al teatro popolare improvvisato su canovaccio, fuse e ben amalgamate insieme. Nuovo teatro popolare è infatti il progetto che Carolina, fondatrice della compagnia Babygang, porta avanti da alcuni anni insieme a Paolo Rossi, basato sul qui e ora, sul poter cambiare la scaletta, sull’antica arte dell’improvvisazione, sulla centralità dell’attore, sull’essenziale, per poter spingersi più in là, per ritornare di nuovo a comunicare a tutti, attraverso il teatro. 


Dettagli

  • Titolo originale: Monologhi del caxxo

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