Cinema Il cine-occhio

Captain Marvel

Stefano Valva

Ci troviamo alla fine di una grande fase durata poco più di 10 anni del Marvel Cinematic Universe, e alle porte di una nuova, che inizierà dopo l’uscita nel prossimo aprile di Avengers: Endgame.

Captain Marvel è arrivato il 6 marzo nelle sale italiane, ed è l’inizio della fine, aspettando, come detto, l’uscita del quarto e ultimo (per ora) film sugli Avengers, che si svolgerà immediatamente dopo il precedente dell’anno scorso, e quindi dopo la disfatta di Thanos, il quale ha sterminato la metà della popolazione universale, tra cui anche alcuni eroi storici del gruppo Marvel.

Nonostante ciò, il film diretto a due mani da Anna Boden e Ryan Fleck, ci porta alcuni anni prima degli avvenimenti degli Avengers, e più precisamente nel 1995. Vers, interpretata da Brie Larson, è una guerriera inter-galattica appartenente alla razza dei Kree, popolazione in guerra contro un’altra forza aliena, chiamata Skrull, capitanata da un certo Talos. Dopo un’aspra battaglia, Vers precipita sulla Terra e, nello specifico, nel negozio di audiovisivi simbolo degli Anni ’90, ossia Blockbuster. Già prima di arrivare sul nostro pianeta, l’eroina aveva dei limpidi flash di memoria su alcuni momenti del suo passato, ambientati appunto sulla Terra (ricordi di circa sei anni prima), e legati in particolare all’aereonautica militare statunitense, dove presumibilmente lavorava insieme alla dottoressa Wendy Lawson, la quale è ricercata dagli stessi Skrull per aver inventato una nuova e potente tecnologia.

Vers scoprirà che il suo passato è pieno di rivelazioni, segreti e persone che la amano, e sarà aiutata nella ricerca della verità anche da quel Nick Fury (Samuel L. Jackson) che tutti i fan della Marvel conoscono benissimo, e che all’epoca era un semplice agente dello S.H.I.E.L.D.

Captain Marvel è un film molto atteso dai fan, poiché si era capito, tramite alcune rivelazioni, che potesse essere il totem, ossia l’elemento decisivo per le sorti dell’ultimo Avengers –  o meglio, l’ancora di salvataggio per il mondo, dato che, come vediamo nel film stesso, l’eroina Kree gode di un potere sconfinato, ottenuto a causa di un incidente con un mastodontico nucleo energetico galattico, che le permette anche di viaggiare attraverso lo spazio.

Probabilmente questi fattori, ossia l’essere introduttivo al gran finale della prima fase cinematografica, e al tempo stesso l’essere inoltre l’attesa e la spiegazione del perché probabilmente sarà un determinante alleato degli Avengers, ha reso il film sulla storia di Captain Marvel, nella ormai durata canonica di 120 minuti, un ammasso di elementi privi di un loro corposo ed esaustivo sviluppo narrativo.

Eppure ci sono cose interessanti: la ricostruzione scenografica degli anni ’90, completate da una sgargiante fotografia, come anche le scene nel subconscio di Vers (nel nome poi terrestre, Carol Danvers), ad esempio durante gli interrogatori in cui cercano di entrare nella sua memoria, che viene rappresentata in forma visiva e iconografica come un ammasso di ricordi, flash, avvenimenti, e di emozioni, che co-esistono e si intrecciano all’interno della sfera mnemonica di una persona.

Sembra trovarsi anche non molto a suo agio Brie Larson, che è senza dubbio una una delle migliori attrici nel nuovo panorama attoriale statunitense, già vincitrice di un premio Oscar nel 2016 per Room di Lenny Abrahamson. Con un personaggio narrativamente molto altalenante, a tratti estroverso e ironico, poi silenzioso e schivo, l’attrice americana non riesce a cacciar fuori il suo carisma, e Carol Danvers non la aiuta a far spiccare le doti attoriali, non arrivando ad una fisiologica simbiosi, come successo ad altri attori in questo genere di pellicole.

Non rientra negli annali nemmeno la sceneggiatura, scritta dagli stessi registi insieme ai collaboratori, che seppur non essendo l’elemento preponderante nei film della Marvel, i quali solitamente lasciano più agio alla bellezza estetica, agli effetti visivi e speciali, e alle inquadrature registiche, svariate volte trovavano nei dialoghi di sceneggiatura un ottimo elemento di forza, che in questo caso non sovviene, a causa di una scolastica ripetitività di scrittura, e a causa di appunto dei dialoghi, in cui spesso il solo Samuel L. Jackson cerca di rendere più appetibili.

Captain Marvel è un film su una super-donna, affine a Superman, che fin dall’infanzia cerca di togliersi dai classici stereotipi del sesso debole, e di fare tutto quello che solitamente veniva concesso solo agli uomini, per far capire che la donna non è di meno in niente, anzi può giocarsi le stesse carte, allo stesso livello del genere maschile, oltretutto senza una forte presenza di un uomo nella propria vita.

Una donna che viaggia fra due mondi e due nature, quella umana e quella aliena, diventando un ponte fra due esseri e forme di vita apparentemente distanti e nemiche, ma che possono ritrovarsi allo stesso tempo molto vicine e amichevoli, e avere mentalità similari sui sentimenti e sulle preoccupazioni, come nella pellicola può essere l’amore familiare per esempio.

L’unico uomo che si contrappone alla forza di questa grande donna-guerriera, non riesce ad avere né la potenza, né il carisma per contrastarla, perché Jude Law, che interpreta il capo della fazione dei Kree, non si esalta nel genere superheroic, a lui abbastanza nuovo, e a muoversi come classico villain affascinante e tenebroso, seppur con un personaggio che, idealisticamente, rappresenterebbe i limiti e le paure di Vers/Carol Danvers, attraverso un profondo senso e comportamento maschilista.

È doveroso poi annotare l’ultimo grande cameo di una figura come Stan Lee, omaggiato graficamente con una dicitura prima dell’inizio del film dalla produzione, perché questa pellicola non sarà ricordata solo come l’inizio della fine di una grande fase cinematografica, ma anche come l’epilogo professionale ed esistenziale di un’artista, che al pari di leggende come Walt Disney e altri, ha fatto sognare, immaginare, divertire e appassionare tantissime generazioni.

Captain Marvel è una pellicola godibile e allo stesso tempo contorta, che per vari fattori rimarrà nella storia dei cinecomics Marvel, ma molto probabilmente non per la qualità artistica. Vers è una donna che ha le redini sul destino dell’universo, e la filosofia cinematografica della feminist film theory apprezzerebbe molto tale struttura narrativa, perché non solo l’uomo, ma anche la donna infatti, ha quella voglia, quella forza fisica e d’animo di superare i propri traumi psicologici e i propri limiti, che derivano in questo caso anche da un difficile contesto e culturalismo sociale – per diventare ciò che vuole essere, sia per le persone che la circondano, e sia, più di ogni altra cosa, per sé stessa.

 

 

 

 

 


  • Diretto da: Anna Boden, Ryan Fleck
  • Prodotto da: Kevin Feige
  • Scritto da: Anna Boden, Ryan Fleck, Geneva Robertson-Dworet
  • Tratto da: "Captain Marvel" di Stan Lee, Gene Colan / "Carol Danvers" di Roy Thomas, Gene Colan
  • Protagonisti: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Djimon Hounsou, Lee Pace, Lashana Lynch, Gemma Chan, Annette Bening, Clark Gregg, Jude Law
  • Musiche di: Pinar Toprak
  • Fotografia di: Ben Davis
  • Montato da: Elliot Graham, Debbie Berman
  • Distribuito da: Walt Disney Studios Motion Pictures
  • Casa di Produzione: Marvel Studios
  • Data di uscita: 27/02/2019 (Londra), 06/03/2019 (Italia), 08/03/2019 (USA)
  • Durata: 124 minuti
  • Paese: Stati Uniti
  • Lingua: Inglese
  • Budget: 152-175 milioni di dollari

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