Cultura & Sviluppo

Venaria Reale

Gabriella Bologna

Cinque anni di luce e (qualche) ombra

Un complesso monumentale di 80.000 metri quadri e 80 ettari di giardino, una reggia barocca che da cinque anni è tornata a splendere: la Venaria Reale, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, ha appena festeggiato il quinto anniversario dalla riapertura dopo un restauro durato 8 anni. Oggi è il fiore all’occhiello dei beni culturali in Piemonte: celebrata in pompa magna durante i festeggiamenti per i 150 dell’unità d’Italia, ha aperto le porte a grandi mostre temporanee nelle Scuderie Juvarriane e nelle Sale delle Arti (Leonardo, Egitto: tesori sommersi, Cavalieri dai Templari a Napoleone), concerti, spettacoli e altre iniziative. La Venaria Reale “sta alla pari con le grandi reggie europee, da Versailles a San Pietroburgo” dichiara il presidente Fabrizio del Noce, aggiungendo che “una reggia di questo genere deve avere degli eventi che la portino alla ribalta mondiale”.

Secondo i dati ufficiali più di quattro milioni di persone hanno visitato il complesso dal 2007 a oggi (è il quinto sito culturale più visitato d’Italia secondo “La Stampa” ) grazie anche alle strategie di valorizzazione del sistema territoriale, come l’offerta di biglietti integrati con il Parco La Mandria, una tenuta di 3.600 ettari che racchiude gli appartamenti reali di Borgo Castello e la Cascina Rubbianetta, oggi sede del Centro Internazionale del Cavallo. All’interno del complesso è attivo anche un Centro di Conservazione e Restauro, terzo polo nazionale assieme a quelli di Roma e Firenze, sede di un laboratorio di restauro, gabinetti scientifici per attività diagnostiche e una Scuola di Alta Formazione per restauratori, la quale si è fatta carica del progetto “Restaura un bene”, che consiste nel selezionare un’opera da restaurare ogni anno a titolo gratuito, in cambio della successiva prima esposizione post-restauro presso il sito di Venaria.

Un modello da seguire di recupero e valorizzazione? Certamente un unicum nel panorama italiano degli ultimi anni per investimenti e attività svolte. Quello che è stato definito “il più importante progetto europeo per il restauro e la valorizzazione di un bene culturale e del suo territorio” (qualcuno aggiunge il più costoso), ha suscitato però alcune perplessità, a partire da quelle sui lunghi lavori di restauro in un complesso che in alcune parti era ormai poco più che un rudere.

 

Anche la gestione economica è stata oggetto di attenzione da parte della stampa. Dal 2008 Venaria Reale è gestita da un consorzio costituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Città di Venaria Reale, Compagnia di San Paolo e Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, enti che con i loro contributi coprono circa la metà del budget annuale (il restante 50% proviene da biglietti d’ingresso, affitto di location, royalties e sponsorizzazioni). Nel luglio 2010, secondo quanto riportato dal sito web Lo Spiffero, era saltata l’approvazione del bilancio del Consorzio a causa dei ritardi nell’erogazione da parte del Ministero dei Beni Culturali e si ventilava un possibile rischio di disimpegno da parte dello stesso Ministero. Successivamente l’emergenza veniva superata, e poco più di un anno dopo il Consorzio, in vena di munificenza, si offriva di pagare 95 multe per parcheggio in sosta vietata per i vip invitati a un evento organizzato nella Reggia. Il passo indietro era arrivato solo dopo le polemiche suscitate dalla proposta, e da una domanda, più che legittima: perché un consorzio costituito in maggioranza da enti (e soldi) pubblici dovrebbe pagare multe a dei privati?

Neanche i festeggiamenti dei cinque anni dalla riapertura sono privi di ombre. Dal 1 ottobre 23 lavoratori addetti al bookshop e alla sorveglianza delle sale della Reggia sono rimasti a casa a zero ore almeno fino ad aprile. “Non ci saremmo mai aspettati questa decisione improvvisa, di parcheggiare 23 lavoratori a chiamata senza che abbiano la possibilità di usufruire di ammortizzatori sociali” ha dichiarato un rappresentante sindacale in un articolo apparso sul quotidiano “La Stampa”. Secco il comunicato apparso sul sito web del Consorzio: “è necessario precisare che il Consorzio La Venaria Reale non ha avviato nessuna procedura di licenziamento nei confronti né di proprio personale né di personale in forza alle società che gestiscono servizi in outsourcing. A seguito di gara europea, la società Corte Reale si è aggiudicata l’erogazione dei servizi di Accoglienza, Assistenza al pubblico, Biglietteria e Sorveglianza sulla base di un capitolato che prevede 113.000 ore annue complessive di lavoro. Il Consorzio ha confermato integralmente tale impegno per i prossimi mesi, non riducendo neanche di 1 ora il volume dei servizi e, conseguentemente, neanche il monte ore di lavoro necessario”.

Nonostante tutto la Venaria rimane uno dei siti più visitati e apprezzati in Italia, lontano anni luce da quel patrimonio culturale quotidianamente depredato, umiliato, abbandonato o che arranca a fatica senza fondi e certezze sul futuro. La vera sostenibilità di quest’impresa, però, sarà da valutare nel lungo periodo.

Intervista Ad Alberto Vanelli, direttore della reggia di Venaria Reale.



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