Cinema

The Butterfly Room

Pasquale Parisi

L’italiano Jonathan Zarantonello adatta un suo romanzo per il grande schermo, cercando di resuscitare il defunto horror italiano con citazioni e omaggi dal sapore acerbo.

The Butterfly Room è il terzo lungometraggio dell’italiano Jonathan Zarantonello, tratto, come già il corto Alice dalle 4 alle 5, dall’omonimo romanzo dello stesso autore. Barbara Steele interpreta Ann, donna anziana ed apparentemente rispettabile, che cura con meticolosità ossessiva una collezione di farfalle, alla quale ha dedicato una intera stanza della sua abitazione. Eppure c’è  qualcosa di terribilmente sbagliato nella sua vita, come comprendiamo sin dalle prime battute, da strani comportamenti ed improvvisi scatti d’ira.

Il cuore di The Butterfly Room non concede nulla al sovrannaturale, e si sofferma sulle degenerazioni che può assumere il rapporto madre-figlia, oltre alle psicosi che iperprotettività e solitudine possono scatenare tra le mura dei lindi appartamenti borghesi. Seguiamo Ann su tre diverse linee temporali, alle prese con tre ragazzine differenti, che spaziano dalla figlia alla vicina, fino ad una giovane “mercenaria” dell’affetto materno: dal rapporto tra la protagonista ed esse hanno modo di emergere i più oscuri tratti del carattere della donna. Il tono è tenuto in bilico tra il thriller e l’horror, con una certa originalità determinata dall’incontro di vicende dall’impronta weird, forse più influenzate dalla scuola spagnola (viene in mente, in particolare, qualche tratto di Álex de la Iglesia), e sequenze d’azione punteggiate da musica rock e splatter, certamente reminiscenti dell’Argento dei tempi che furono. L’insieme, tuttavia, non sempre mescola alla perfezione le proprie componenti, e talvolta pecca di indeterminatezza.

La volontà citazionista diviene ulteriormente chiara in base alla scelta di molti degli interpreti, dal Ray Wise di Twin Peaks alla Heather Langenkamp di Nightmare, fino ad un cameo del regista Joe Dante. L’unica interpretazione davvero notevole, tuttavia, è quella della protagonista (che ricordiamo, in particolare, per La maschera del demonio di Mario Bava), mentre purtroppo molti altri membri del cast deludono, spesso anche in ruoli non particolarmente impegnativi.

L’impressione che restituisce The Butterfly Room è quella di un prodotto ricco di potenzialità e dalla cifra piuttosto personale, ma che non può dirsi totalmente convincente, proprio per l’acerbità di questi aspetti, che non riescono ad affermarsi. Lavorando sui propri punti originali, tuttavia, Zarantonello potrebbe affermarsi come uno dei più interessanti contendenti alla cerchia degli autori horror italiani di rilievo, disertata ormai da troppo tempo.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Jonathan Zarantonello
  • Fotografia: Andrew Strahorn
  • Musiche: Aldo De Scalzi, Pivio
  • Cast: Barbara Steele, Ray Wise, Erica Leerhsen, Heather Langenkamp
  • Sceneggiatura: Jonathan Zarantonello, Paolo Guerrieri, Luigi Sardiello

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