Cultura & Sviluppo

Ripartire dalla cultura: un appello per le prossime politiche culturali

Marco Mastrandrea

Il grande assente nei salotti televisivi e nelle agende politiche al tempo della campagna elettorale è la Cultura; per questo motivo il settore culturale e la società civile si rivolgono a chi si impegna a governare  per i prossimi anni e lanciano un appello per una serie di impegni programmatici per rilanciare la cultura in Italia.

Il grande assente nei salotti televisivi e nelle agende politiche al tempo della campagna elettorale è la Cultura; per questo motivo il settore culturale e la società civile si rivolgono a chi si impegna a governare  per i prossimi anni e lanciano un appello per una serie di impegni programmatici per rilanciare la cultura in Italia. “Ripartire dalla Cultura” è il nome della campagna promossa dall’AIB – Associazione Italiana Biblioteche – in collaborazione con numerose associazioni attive nella cultura. Tra i primi firmatari della campagna compaiono esponenti di spicco come Tullio De Mauro, Tomaso Montanari, Luciano Canfora, Giuliano Montaldo e Salvatore Settis. Sul sito è presente la sezione “Candidati alle elezioni che hanno sottoscritto l’appello” in cui  finora compare il nome di Manuela Ghizzoni (PD) candidata alla Camera dei Deputati.

La cultura ereditata, per i promotori della campagna, è unica al mondo e indissolubile con l’identità nazionale italiana. La nostra cultura, non appartiene a un passato unicamente celebrativo ma è il fondamento essenziale per il futuro economico e lo sviluppo sociale del paese e non mera attrattiva turistica.

Nel documento emerge un passaggio fondamentale: i politici non devono più considerare la cultura come un costo improduttivo o un orpello inattuale, così facendo, tralasciano i valori che essa contiene per lo sviluppo della partecipazione informata, dell’approfondimento e del pensiero critico. A una crisi di consenso del genere, si affianca la crisi economica che ha provocato una consistente riduzione degli investimenti nel settore. I tagli alla cultura hanno determinato il futuro di molti giovani che non trovano un riconoscimento professionale e  ha inciso sulle condizioni di lavoro in cui versano gli addetti del settore. Sempre più enti culturali vivono in una condizione economica disastrosa e le conseguenze non si circoscrivono nel settore ma ricadono sulla funzione sociale che svolgono nel rendere un servizio ai cittadini.

E’ necessario per i promotori di “Ripartire dalla cultura” il rilancio della cultura intesa come promozione della produzione creativa e della fruizione culturale, tutela e valorizzazione del patrimonio, sostegno all’istruzione, all’educazione permanente, alla ricerca scientifica, centralità della conoscenza, valorizzazione delle capacità e delle competenze.

Allo stesso tempo, la campagna propone a chi governerà dieci obiettivi in cui indica la via maestra per la rinascita culturale: riportare i finanziamenti in cultura, educazione e ricerca ai livelli della media europea in rapporto al PIL, ridurre il disavanzo tra Nord e Sud Italia nella lettura; promuovere il merito attraverso processi di valutazione della qualità della ricerca che non si basi su pratiche clientelari; promuovere sgravi fiscali per le assunzioni di giovani laureati in ambito culturale; creare istituti culturali permanenti nelle aree del paese che ne sono prive; una sinergia istituzionale fra i soggetti che hanno giurisdizione sui processi culturali; snellire burocraticamente il Ministero dei Beni Culturali; digitalizzazione del patrimonio culturale in rete e accesso libero dei risultati della ricerca finanziata con risorse pubbliche.

E’ possibile sottoscrivere l’appello sul sito: www.ripartiredallacultura.it



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