Arti Performative Focus

“Okina” e “Hagoromo”: la classicità del Teatro Nō sul palco del Teatro Olimpico

Giada Marcon

Giunto alla sua 70° edizione, il Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza a cura di Franco Laera, con Adriana Vianello e Virginia Forlani, ha anticipato i consueti tempi della sua programmazione con una serata dedicata al Teatro Nō

Due gli spettacoli proposti, in esclusiva europea, per il Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza lo scorso 21 giugno, nel teatro coperto più antico del mondo, un’occasione unica che ha voluto celebrare il 75° anniversario dei rapporti diplomatici fra Città del Vaticano e Giappone: Okina, della Scuola Hōshō, e Hagoromo della Scuola Kongō.

Un’atmosfera di impazienza e curiosità aleggiava nel piccolo e quanto mai prezioso gioiello palladiano, a pochi minuti dall’inizio di Okina, difficilmente definibile uno spettacolo, quanto più un rito volto alla celebrazione dell’arte teatrale in ogni sua sfumatura.

Okina – che per la sua natura cerimoniale non appartiene in toto alla tradizione Nō – ha inizio nel silenzio e nel lento procedere di interpreti, musicisti e coro sul palcoscenico.

Sono il suono del tamburo, la melodia stridente del flauto, il canto degli hayashi e la voce dei quattro protagonisti a scandire il tempo e lo spazio di questo rituale apotropaico, che non vuole solo purificare il luogo dell’azione, ma anche gli oggetti scenici propri di questa antica arte: le maschere, realizzate in legno di cipresso e indossate dall’attore principale (Shite) o da altri teatranti nel caso in cui si debba impersonare un personaggio femminile o un animale.

Okina raggiunge il suo apice in una danza eseguita da una sola figura, con la maschera di un uomo anziano, pronta a muoversi con estremo vigore al ritmo concitato dei tamburi giapponesi a clessidra (l’otsuzumi e il kotsuzumi), per poi dissolversi nuovamente nel silenzio e negli sguardi rapiti degli spettatori.

Hagoromo è invece uno spettacolo Nō a tutti gli effetti. In esso si ritrovano molti elementi presenti in Okina e, in aggiunta, una vera trama: dopo aver trovato il prezioso mantello di piume di una tennin (uno spirito danzante), un pescatore incontra anche lo stesso spirito che lo supplica di poter riavere la veste con cui poter risalire in cielo. Il pescatore commosso dalla purezza della Dea decide di ridarle ciò che le appartiene in cambio di una danza.

Hagoromo mantiene l’ordine scenico di Okina: la destra è dedicata al coro, composto da otto elementi, e al Pescatore Hakuryo; il fondo agli hayashi; la sinistra alla Dea e ai Kōken (“le mani”), ovvero figure ausiliarie pronte ad aiutare gli interpreti principali nel momento della vestizione o nel cambio della maschera; il centro alla messa in scena e il proscenio ad una essenziale scenografia.

Agli occhi dello spettatore, Hagoromo – e in generale, il Teatro Nō – ha qualcosa di familiare. Nonostante le migliaia di chilometri che ci separano dall’Oriente e dalla sua antica tradizione, alcune scelte e regole artistiche non possono non ricordarci la storia del teatro europeo. A cominciare dalla narrazione cantata, che tanto ricorda l’alternanza fra il recitativo e le arie dell’opera in musica italiana; la possibilità data solo agli uomini di recitare del teatro shakespeariano; la presenza attiva e indispensabile del coro simile all’ usanza dell’antica Grecia; l’abitudine di preparare il proprio ruolo in solitaria e provare una sola volta con il resto del cast, sotto la guida del capocomico, tipico della commedia dell’arte ante riforma goldoniana; tutto si manifesta in modo fluido da sembrare il racconto caleidoscopico di una grande storia, quella del Teatro. L’essenza quotidiana delle piccole e grandi esperienze di vita si trasforma dalla notte dei tempi in una pièce. Tuttavia, altre volte, come in questo caso, è proprio su un palcoscenico che il nostro spirito riscopre della vita qualcosa di nuovo, inaspettato e assolutamente memorabile.


Dettagli

  • Titolo originale: Okina | Hagoromo
  • Anno di Uscita: 2017
  • Produzione: In collaborazione con Associazione Hōshō e Con il patrocinio di Agency for Cultural Affairs Government of Japan, THE TOKYO CLUB
  • Cast: Kazufusa Hōshō, Tatsunori Kongo, Sengorō Shigeyama


Altro

  • Okina (Scuola Hōshō): Okina (Shite / attore principale): Kazufusa Hōshō --- Senzai: Sotarō Waku --- Sanba-sō: Sengorō Shigeyama --- Portatore di maschere: Tatsuya Iguchi --- Koken: Hiromi Shimada
  • Hagoromo (Scuola Kongō): Dea (Shite / attore principale): Tatsunori Kongō --- Pescatore Hakuryo (Waki / comprimario): Hiroshi Obinata
  • nōkan / flauto: Ryuichi Onodera
  • ōtsuzumi / grande tamburo a clessidra: Mitsuo Yasufuku
  • kotsuzumi / piccolo tamburo a clessidra: Atsushi Ueda, Yoshiaki Iitomi, Kazuto Shimizu
  • taiko / tamburo: Akira Sawada
  • canto / kōken: Takashi Takeda, Manjiro Tatsumi, Satoshi Nozuki, Kentaro Ogura, Takayuki Kanamori, Takashi Kawase, Kazuma Tatsumi, Kenrō Kanai, Tatsushige Udaka (Scuola Kongō)
  • Direttore di Scena: Nobuharu Sawai
  • Direttore d' Allestimento: Kenichi Nomura
  • Coordinamento per il Tour: mihoproject co. ltd.
  • Visto il: Venerdì, 21 Luglio 2017
  • Visto al: Teatro Olimpico, Vicenza, Ciclo di Spettacoli Classici

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti