Cinema

In Sala. Spaghetti Story

Fausto Vernazzani

L’anno del cinema italiano si chiude con la semplice e dolce commedia d’esordio del regista romano Ciro De Caro, tra romanacci, sogni e Maneki Neko imbottiti.

Il cinema italiano di oggi corre dietro la notizia, spera e suppone di voler raccontare l’Italia di oggi, con i suoi problemi e le sue mille sfaccettature, dare un volto al quotidiano e permettere all’uomo comune di esprimere se stesso. Inutile dire che il più delle volte ad esser raccontato è un immaginario che a ben guardarlo non sembra appartenere a questa terra, e chi si avvicina all’obiettivo, lo fa tramite degli stereotipi, come Paolo Virzì, da sempre al servizio degli estremi.

Volendolo guardare da questo punto di vista, il film di Ciro De Caro è un bel regalo natalizio, la dimostrazione di come un piccolo pacchetto, se fatto col cuore, ha maggior valore del più costoso dei doni. Nessuno stereotipo e nessuna pretesa di voler fare di Spaghetti Story, suo film d’esordio, il ritratto di un paese in declino; di un murale prende solo uno spicchio, dove vivono il suo Valerio/Valerio Di Benedetto ed il suo cerchio di amici e famiglia.

Pochi personaggi, pochissime location in cui è rinchiuso il sogno di Valerio: diventare un attore professionista per il cinema. Il suo sogno più grande è però forse quello di volerci riuscire senza compromessi, mantenendo pulito il suo obiettivo, mentre tra crisi nazionale ed un carattere ancora troppo infantile cerca di ritardare le sue responsabilità verso la sua famiglia, ridottasi alla sola sorella Giovanna/Rossella D’Andrea (anche co-sceneggiatrice insieme a De Caro) e soprattutto verso la sua fidanzata Serena/Sara Tosti.

A fargli da angelo custode e da grillo parlante è il romanaccio Scheggia/Cristian Di Sante, la vera star del film, un piccolo spacciatore che sembra vender tante prediche quanti saranno i grammi di erba da cui si rifornisce dal cinese Pechino con dei Maneki Neko con la risata sotto i baffi. Spaghetti Story è una storia di e in famiglia, la consumazione di un piatto di pasta con le persone a noi più strette, viste con l’occhio di una speranza che non giudica e narra una storia universale, apprezzabile sotto ogni punto di vista.

L’esordio di Ciro De Caro funziona perché coerente in tutte le sue parti: la regia non si allontana dalla sceneggiatura e la sceneggiatura non pretende troppo dalla regia. La bellezza di Spaghetti Story è la sua naturalezza, un bosco in cui nessun albero cerca di spiccare attraverso inquadrature perfette o movimenti di macchina particolari, la funzionalità guida la regia ed il premio per chi ha prodotto e realizzato questo film è proprio la sua buona riuscita, un sorriso di fine anno ad una cinematografia nazionale che tramite questi piccoli autori può forse arrivare a riconoscere le proprie responsabilità verso la Settima Arte così come Valerio potrebbe finalmente abbracciare le sue.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Ciro De Caro
  • Fotografia: Davide Manca
  • Musiche: Francesco D'Andrea
  • Cast: Valerio Di Benedetto, Cristian Di Sante, Rossella D'Andrea, Sara Tosti, Tsang Wei Min, Deng Xueyng
  • Sceneggiatura: Ciro De Caro, Rossella D'Andrea

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