Cinema

Doc Salerno. Lasciando la baia del re

Vincenzo De Divitiis

La regista Claudia Cipriani racconta del rapporto tra alunni ed insegnanti attraverso un percorso personale di fuga e legame con il proprio luogo di origine.

Sono tante le storie di ragazzi in cerca di riscatto sociale, stretti legami tra una professoressa e una sua alunna, raccontate il più delle volte attraverso luoghi comuni e banalità. Caratteristiche di certo non riscontrabili nel nuovo lavoro di Claudia Cipriani, Lasciando la baia del re, in cui la giovane regista milanese tratta una serie di tematiche complesse che vanno dalla difficoltà di crescere in una zona periferica e desolata fino al desiderio e al bisogno di andare via a migliaia di chilometri di distanza per ricominciare una nuova vita e superare una crisi interiore causata da una grave perdita.

La prima metà del documentario si svolge nel malfamato quartiere Baia del re, periferia di Milano, dove per i giovani è facile essere coinvolti in brutti giri ai limiti della legalità. Un contesto difficile, raccontato nonostante tutto con toni leggeri dalla regista, al cui interno un gruppo di volontari ha messo in piedi un’associazione, anch’essa dal nome Baia del re, che si occupa di organizzare un doposcuola tenuto da insegnanti in grado di essere per gli allievi dei veri e propri confidenti. Tra i banchi del corso nasce un’amicizia tra Claudia e Valentina Barile: la prima è una giovane maestra in dolce attesa con la passione di filmare tutto ciò che la circonda, mentre la seconda è una ragazza della zona con gravi problemi familiari ma con tanta voglia di emergere. Un rapporto che diviene ancora più solido nel momento in cui le vite delle due protagoniste vengono sconvolte dalla morte della figlia di Claudia e di quella della mamma di Valentina. Un dolore così forte da far scattare in loro la voglia di andare lontano e precisamente in una zona del polo nord soprannominata non a caso Baia del re.

Un viaggio, protagonista di una seconda parte dai toni decisamente toccanti e drammatici, che viene visto come un modo confrontarsi e aprirsi l’una con l’altra liberandosi dalle scorie della realtà di tutti i giorni. Risulta molto funzionale, in tal senso, la presenza di monologhi con cui le due donne sembrano quasi sfogarsi e sussurrare a chi guarda il proprio dolore e, soprattutto, di inquadrature a campo lungo delle enormi vallate di ghiaccio quasi a simboleggiare il vuoto lasciato dentro di loro dalla scomparsa dei propri cari. Una narrazione resa ancor più commovente dal racconto finale dell’episodio dello stambecco da parte di Claudia. Un soggiorno che per Valentina rappresenta anche un’occasione per scoprire un mondo nuovo al di fuori del quartiere dal quale non era quasi mai uscita.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Claudia Cipriani
  • Fotografia: Claudia Cipriani, Valentina Barile
  • Musiche: /
  • Cast: Claudia Cipriani, Valentina Barile
  • Sceneggiatura: Claudia Cipriani

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