Musica

ManzOni – Cucina Povera

Nunzia Scala

Cinquantaseienne veneto, cancelliere di professione, inizia la sua militanza musicale negli anni Settanta, facendo parte di gruppi come il Maldives, per arrivare nel 2010 ad un nuovo progetto, i ManzOni…

Il successo può dare alla testa; anche l’insuccesso, secondo Ennio Flaiano. Lavorare duramente per perseguire duramente la propria vocazione è forse una delle poche forme di lucidità concesse rispetto ai turbinii mediatici che intaccano il concetto di arte pura. La storia di Gigi Tenca è esemplare in questo senso. Cinquantaseienne veneto, cancelliere di professione, inizia la sua militanza musicale negli anni Settanta, facendo parte di gruppi come il Maldives, per arrivare nel 2010 ad un nuovo progetto, i ManzOni, di cui è stato recentemente pubblicato il primo Album “Cucina Povera”, prodotto da Garrincha dischi. Già dall’ Ep “L’astronave”, del 2011, il gruppo aveva svelato alla Musica italiana la sua potenza musicale e testuale in una progettualità che fonde il post-rock dei Massimo Volume con la vena sociale degli Offlaga Disco Pax. Un’ulteriore particolarità dei ManzOni risiede della formazione; ad accompagnare l’intensa voce di Tenca vi sono ben quattro chitarre a sostenere la costruzione dei pezzi. “Cucina Povera” è stato descritto come un inno all’essenzialità, giri di chitarra reiterati, costituiti anche di soli due accordi, all’interno dei quali inserire parole semplici, storie di vita vissuta, stralci di diario, lettere ai genitori. In effetti vi è una forte attinenza tra la realtà quotidiana e la struttura di “Cucina Povera”, intrisa di una malinconia sociale che condiziona ormai anche i rapporti personali. Su tutti i pezzi aleggia una parola che è rivoluzione; essa è pronunciata sono nell’ultimo pezzo “La Strada” (“I ricchi scelgono Courmayeur, la nautica resiste, Cortina è ferma, in calo la Costa Smeralda”: io, che sto pensando a come trovare i soldi per regalarti un last minute per il tuo compleanno, vorrei la rivoluzione”) ma costituisce la chiave di lettura di tutto questo lavoro e dell’estetica di un gruppo che colpisce con forza divampante. La rivoluzione auspicata dai ManzOni parla di “girasoli fioriti ai bordi dell’asfalto nero” (“La Strada”) e di “vecchi che ballano in estate in quel chiosco in riva al mare” (“Dimmi se è vero”) e può verificarsi solo liberando la superficie delle cose proprio come teorizzato da quel Piero Manzoni che ha ispirato il quintetto veneto. Sonorità pure e testi eccelsi rendono “Cucina Povera” un’autentica perla del 2012.



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