Arti Performative

Cie Twain/Compagnia Petrillo Danza // Don Quijote

Maria Antonietta Trincucci

L’ultimo lavoro della Compagnia Petrillo Danza è una coreografia tutta incentrata sulla magnetica e affascinante figura del Don Quijote, l’eroe della Mancha caro alla penna di Cervantes.


 

E’ proprio una citazione presa dal romanzo di Cervantes a dare vita allo spunto narrativo. Le parole dette da Sancho Panza al Don morente («Non muoia, signor padrone, non muoia. Accetti il mio consiglio, e viva molti anni, perché la maggior pazzia che possa fare un uomo in questa vita è quella di lasciarsi morir così senza un motivo, senza che nessuno lo ammazzi, sfinito dai dispiaceri e dall’avvilimento…») sono il seme della creazione che ci restituisce uno spettacolo composto da momenti molto variegati e distinti tra loro.

Da un preludio danzato, che sbeffeggia gli stilemi della danza classica, si passa a siparietti giocosi e divertenti; dalle dimostrazioni, misto di tecnica e sperimentazione tipiche della danza moderna, si approda a situazioni che sfiorano il grottesco passando da intermezzi da talk show che tentano di stabilire un contatto con il pubblico in sala. C’è addirittura una riproposizione del J’Accuse…! Di Émile Zola che abbandona la sua forma editoriale e si trasforma in monologo al microfono declamato a gran voce da uno dei danzatori, che elenca e condanna tutte le nefandezze dell’ultimo secolo.

I tre interpreti (Nicola Simone Cisternino, Yoris Petrillo, Giacomo Severini Bonazelli) goffamente adornati da improbabili armature o liberati nei movimenti e affidati solo all’agilità dei loro corpi, riescono abilmente a destreggiarsi tra la miriade di proposte con impegno e versatilità.

Tutto ciò non basta a rendere il lavoro organico e coinvolgente. Si intuisce il valore simbolico di voler erigere “El ingenioso Hidalgo” quale emblema dell’eterna lotta del folle, del sognatore. Della sua volontà di cambiare il mondo e della delusione di chi si scopre eternamente condannato a rinunciare alle proprie speranze. Il pretesto e le intenzioni sono lodevoli; c’è, probabilmente, poca oggettività nel lavoro registico nel non rinunciare ad alcune trovate, per rendere il tutto più lineare ed omogeneo, ergo più efficace ed avvincente.

Molto interessante la proposta musicale di Pino Basile che amalgama bene una selezione di musiche non originali (tanghi, musica charleston, musica classica) ad una gamma di rumori e suoni campionati, arrangiati in basi musicali che accompagnano e sostengono la creazione, scandendo i diversi registri utilizzati.

Decisamente curato il disegno luci dello stesso Petrillo, che dimostra perizia ed esalta punti del balletto con delicatezza e sensibilità.

Probabilmente liberato dalle eccessive pretese il Don Quijote di Loris Petrillo avrebbe raggiunto con più energia il suo intento, ricreando quel tocco autentico e leggero, che solo chi “muore da savio e vive da folle” possiede per privilegio di nascita.


Dettagli

  • Titolo originale: Don Quijote

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