Cinema

ViaEmilia2012: Il rumore dell’erba

Antonello Trezza

Uno contro nessuno, la lotta contro la solitudine e l’oblio d’un uomo e la sua città

La visione inizia e ci troviamo a Santicolo con l’anziana Lucia che, osservando la valle dalla sua finestra, si commuove raccontando il tempo della sua infanzia e gli spazi della casa dove è cresciuta con la sua famiglia. La narrazione prosegue, poi, ad Isola un paesino disperso tra le montagne della Valle Camonica. Qui vive, in solitudine, Angelo.

Apparentemente non ci sono legami tra queste due vicende, eppure ambedue i paesini attraversano un comune disfacimento. Isola è un paese fantasma, abbandonato a se stesso dopo la chiusura –oltre trent’anni fa– della centrale elettrica (che presumibilmente dava lavoro ai fu abitanti). Nessuno è voluto restare in un paese che non ha bar, né negozi e dove il sole non arriva se non i primi giorni di Marzo. L’unico è, appunto, Angelo che resiste alla solitudine e al silenzio, spesso, insostenibili. Santicolo, invece, è a un passo dal fare la stessa fine e la signora Lucia è una delle ultime Bìcoi (soprannome che contraddistingue i suoi abitanti e che nel dialetto locale sta per bucolico) che ancora vi risiedono.

Sono le loro le voci che sorreggono, quasi per intero, i venti minuti del documentario, intervallati a tratti da una storia apparentemente a se stante, che ha come protagonista un piccolo paese del Trentino che combatte contro il male dell’oblio, con progetti di ricostruzione e riqualificazione del centro antico.

La regista, Alessandra Locatelli, ricerca uno stile narrativo semplice. Tenta di rendersi invisibile e lascia che le immagini raccontino al suo posto quello che vuole documentarci. La storia risulta però confusionaria e sembra inseguire, a tratti, la poesia (la scelta del titolo, in fondo, ne è un avvertimento). Prova raramente inquadrature “studiate” e preferisce girare d’impulso ma questo provoca, a volte, scene sfocate o soggetti che escono dalla visuale costringendo la macchina da presa a “rincorrerli”. Tutto ciò da una leggera sensazione di amatoriale al suo lavoro.

Uno degli aspetti positivi, però, è da ricercare proprio in quell’inseguimento al poetico suddetto che troviamo nelle scene in cui Angelo taglia, a fatica, la legna o si prepara da mangiare, o quando Lucia racconta pezzi della sua infanzia con il sole che illumina i suoi occhi umidi per le lacrime. È proprio in queste scene, infatti, che lo spettatore si sente attratto maggiormente e chissà se uno più stretto rapporto con i due anziani –ipotizzo qualche storia/aneddoto raccontata lungo le strade disabitate dei loro paesi– non avesse giovato per una maggiore empatia.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Alessandra Locatelli

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