Cinema Festival Torino Film Festival 2012

Shell

Franco Cappuccio

Shell di Scott Graham si candida a potenziale vincitore del concorso con l’evoluzione d’una storia di solitudine e accettazione del proprio essere e del proprio nido

A volte fare un cortometraggio è anche un modo per sviluppare in nuce certe tematiche, che, magari poi potranno essere sviluppate in un successivo lavoro, che può essere anche un lungometraggio. E’ il caso di Shell, esordio alla regia di Scott Graham, regista scozzese che proprio dall’omonimo corto del 2008, vincitore del premio dello UK Film Council per il miglior film al Festival dei Cortometraggi di Londra, ha tratto ispirazione per sviluppare meglio le tematiche e i caratteri del personaggio, al fine di arrivare alla formulazione di un lungometraggio.

La trama ci porta a conoscere subito Shell (Chloe Pirrie), ragazzina che vive in una pompa di benzina spersa nel bel mezzo delle Highlands scozzesi assieme al padre Pete (Joseph Mawle). La madre ha abbandonato i due molti anni addietro, e così la loro vita scorre inesorabile lungo questa strada frequentata solo di tanto in tanto da qualche automobilista, rafforzando così il loro legame. Shell sembrerebbe felice della sua vita fin qui condotta, ma in realtà ancora non so che si tratterà dell’ultimo inverno vissuto tra le montagne.

Shell è un film che gioca molto sulla sottrazione: è più importante il non detto del detto, la fotografia Yoliswa Gärtig, ben realizzata, è fredda e ci fa percepire la storia come da un occhio analitico esterno e distaccato, la colonna sonora è molto minimale e praticamente assente e la recitazione è pressochè naturalistica. Questo è un indubbio pregio del film, il quale nonostante il ritmo lento riesce a non annoiare e a non impelagarsi in cadute di stile patetiche e in scene strappalacrime, ma si mantiene su un equilibrio che da un tocco di levità e di dolcezza l’opera, sensazione che viene amplificata anche dalla presenza di numerosi piani ravvicinati all’interno del film di Graham. Il punto fondamentale che il regista ci ha voluto trasmettere è quello di una riflessione sulla solitudine, accettata con rassegnazione, ma al tempo stesso capace di far isolare completamente le persone – è il caso di padre e figlia; questo ha portato appunto alla formulazione di un rapporto particolare tra i due che amplifica il dilemma morale di Shell: partire e abbandonare il posto dove si vive, oppure non “tradire” il genitore restandogli vicino per non abbandonare ciò che rimarrebbe solo? Si tratta di un dilemma etico, che caratterizzerà il background dell’opera come un fil rouge.


Dettagli

  • Titolo originale: Shell
  • Regia: Scott Graham
  • Anno di Uscita: 2012
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Yoliswa Gärtig
  • Costumi: Rebecca Gore
  • Produzione: UK
  • Cast: Chloe Pirrie, Joseph Mawle
  • Sceneggiatura: Scott Graham

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