Cinema Festival Torino Film Festival 2012

Arthur Newman

Franco Cappuccio

Il fu Wallace Avery, da fallito a golfista professionista, un cambio d’identità piatto come l’intero film d’esordio del regista pubblicitario Dante Ariola

Molto apprezzato nel mondo della pubblicità, vincitore anche di numerosi riconoscimenti internazionali  per campagne di marchi prestigiosi come Coca Cola, Adidas o Heineken, dopo anni di onorata carriera, sbarca finalmente nel mondo del cinema Dante Ariola, autore di Arthur Newman, che può vantare tra il cast star d’indiscusso valore come Emily Blunt e Colin Firth, forte dell’amicizia che il regista ha cementato con loro nel corso di anni di lavoro per i commercials.

La storia è molto semplice, con un meccanismo narrativo molto utilizzato nella letteratura (si pensi ad esempio a Pirandello) e nel cinema: il cambio d’identità. Wallace Avery (Firth) è un uomo di mezza età che vive un momento di profonda crisi personale: divorziato e senza alcuna illusione sull’amore, per di più con un rapporto complicato col figlio Kevin (Lucas Hedges), con cui non riesce a comunicare. Considerato il panorama Wallace decide di fuggire dalla sua vita precedente ed andare in una cittadina dell’Indiana a ricominciare creandosi una nuova identità, quella di Arthur Newman, golfista professionista. Un piano splendido e semplice da realizzare, se non fosse che, come sempre succede, qualcosa va storto, nella fattispecie impersonata da una ragazza, in cui Wallace/Arthur si imbatte priva di sensi nella piscina di un Motel. Poco le ci vorrà per scoprire la doppia identità di lui, così come poco ci vorrà per lui per innamorarsene.

Nonostante l’intento del regista sia quello di realizzare un film equilibrato, in realtà Arthur Newman vive di alti e bassi, di momenti di bel cinema e di cadute nella noia altrettanto vertiginose. Il problema principale è dovuto soprattutto alla sceneggiatura di Becky Johnson, che non incide come dovrebbe ma soprattutto manca seriamente di profondità. Il personaggio di “Mike” (Blunt) infatti è un anima perduta come Arthur, ma in effetti è tutto quello che sappiamo, non c’è approfondimento, e ciò vale anche nel rapporto tra padre e figlio, innestato sui binari di poche battute simil ad effetto. Il film ne esce piatto nel suo procedere, ulteriormente banalizzato dalla colonna sonora che si limita a sottolineare momenti dove in realtà, proprio in virtù dei buchi di cui sopra, siamo più che altro perplessi. Da evitare, soprattutto in considerazione del fatto che uscirà in Italia, distribuito da Videa.


Dettagli

  • Titolo originale: Arthur Newmann
  • Regia: Dante Ariola
  • Anno di Uscita: 2012
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Eduard Grau
  • Musiche: Nick Urata
  • Costumi: Nancy Steiner
  • Produzione: USA
  • Cast: Colin Firth, Emily Blunt, Lucas Hedges
  • Sceneggiatura: Becky Johnson

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