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“Superbarocco: arte a Genova da Rubens a Magnasco” in mostra alla Scuderie del Quirinale

Renata Savo

Una grande mostra sul Barocco nelle arti figurative è allestita alle Scuderie del Quirinale fino al 3 luglio, a cura di Jonathan Bober, Piero Boccardo, Franco Boggero. Rimandata per un anno e mezzo a causa della pandemia, finalmente è arrivata a Roma grazie a una collaborazione tra Scuderie del Quirinale e National Gallery of Art di Washington, con la speciale collaborazione del Comune e dei musei di Genova. S’intitola “Superbarocco: arte a Genova da Rubens a Magnasco” e attraversa un secolo e mezzo di arte, quella in voga tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Settecento e che rappresenta per la cultura occidentale uno dei movimenti artistici più amati della storia. La mostra si apprezza per l’ampiezza, la varietà, la bellezza delle opere, nonché la profondità di osservazione dei curatori, che hanno previsto l’accompagnamento di numerosi testi e citazioni d’autore a supporto della visita.

Genova è stata uno dei capoluoghi dell’arte italiana del periodo, ma vanta di essere stata sin dal Medioevo una delle potenze più in vista della penisola (era una delle quattro note Repubbliche Marinare, insieme a Pisa, Amalfi e Venezia, commemorate anche nella tradizionale competizione della Regata Storica – che si svolgerà il prossimo 5 giugno ad Amalfi); tant’è che fu Petrarca, nel 1358, a chiamarla Superba, quando scrisse «Vedrai una città regale, addossata a una collina alpestre, superba per gli uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare». E conservò questa sorta di primato anche negli anni di grande fortuna dell’arte barocca, distinguendosi per essere una delle capitali economiche d’Europa. Da qui il fasto e il lusso dei suoi palazzi, le preziose chiese, i vivaci cicli affrescati, le argenterie suntuose, le statue marmoree, di cui si ritrovano numerosi pezzi esposti.

Il mecenatismo privato di quegli anni fu una potente macchina comunicativa, alla stregua, per riportare un esempio dei giorni nostri, dello strumento dei social network per un influencer: ritratti accompagnati da simboli riconoscibili e identificativi delle qualità e delle virtù dei nobili, vedute paesaggistiche che si ergono dall’alto delle campagne festose al banchetto della famiglia ducale ritratto da quello che poteva essere considerato il “fotografo” – per usare un termine chiaramente anacronistico – ufficiale dell’evento chiamato dietro compenso a testimoniare e a documentare la magnificenza dei committenti; e ancora, la moda di dipingere soggetti mitologici e allegorici, dalle morbide e svolazzanti vesti.

Ritratto di Giovanni Carlo Doria a cavallo, di Pieter Paul Rubens (1606).

Oltre centoventi opere d’arte sono in mostra quindi alle Scuderie del Quirinale, oggi conservate in grandi musei del mondo, ma anche provenienti da numerose, esclusive collezioni private che eccezionalmente hanno acconsentito a prestare i loro capolavori.

Un bell’attraversamento di un movimento artistico nella sua evoluzione cronologica ed espansione geografica, supportato oltre che da testi, anche da un’audioguida, disponibile grazie a un QR code, che spiega i rapporti tra gli artisti e i loro committenti. La mostra prevede anche contenuti più agili e alla portata di chi non ama gli strumenti tecnologici: il contesto storico, economico e culturale in cui si collocano le opere viene infatti illustrato attraverso la disposizione, lungo il percorso, delle “Parole Superbe”, pillole di sapere, pronte e immediate, che offrono molte curiosità. Allo stile potente di Rubens, in particolare con il ritratto dalla composizione dinamica del giovane Giovanni Carlo Doria a cavallo (1606), si affianca la compiaciuta eleganza di Anton Van Dick, alcune opere di Giovan Benedetto Castiglione, e di Bernardo Strozzi, detto anche “il cappuccino”, pittore che ottenne la dispensa per lasciare il convento, e darsi alla realizzazione pittorica di soggetti religiosi, ma non solo: come testimoniato dal dipinto per il bacile di argento a tema “Antonio e Cleopatra” esposto.

La partecipazione della Città di Genova al progetto Superbarocco è contraddistinta, oltre che dai numerosi prestigiosi prestiti per Roma, dalla mostra di Palazzo Ducale, dal 27 marzo al 10 luglio, intitolata “La Forma della Meraviglia. Capolavori a Genova tra il 1600 e 1750” e da una serie di iniziative che, unite sotto il titolo “I Protagonisti” e allestite in contemporanea alla mostra di Palazzo Ducale in diversi musei e palazzi cittadini, focalizzano con un taglio monografico l’attenzione su singole personalità artistiche.

 

[Immagine di copertina: Diana e Atteone con Pan e Siringa di Valerio Castello (1624-1659]

 



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