Cinema

Killer Joe

Antonello Trezza

Un regista che non ha ancora perso la sua carica, William Friedkin ritorna con violenza e sarcasmo nel teatrale Killer Joe, indimenticabile thriller vietato ai minori.

Chris Smith (Emile Hirsch), giovane spacciatore texano, contratto un grosso debito con un pericoloso malvivente della zona, decide di far uccidere la madre, alcolizzata e cocainomane, per intascarsi i soldi dell’assicurazione ed uscire dalle difficoltà. Contatterà il padre, Ansel (Thomas Hadel Church), ex marito della donna, per coinvolgerlo nel piano ma deciderà di lasciare il lavoro sporco a Joe (Matthew McConaughey), cinico detective della polizia che “arrotonda” lo stipendio con omicidi su commissione. Quest’ultimo, quando scopre di non poter essere pagato in anticipo, decide di usufruire dei servizi sessuali di Dottie (Juno Temple) come sorta di caparra.

Tutto, però, si complicherà e saliranno a galla doppi giochi e meschinità (oltre a violenza e sangue), restituendoci un tipico, grottesco, ritratto della famiglia di ceto medio-basso del Texas.

A William Friedkin basta una prima, magnifica, tetra inquadratura per trascinare lo spettatore in quello che sarà un abisso orrido e magnetico e instaurare una complicità in un dramma sulla quotidiana violenza, fisica e psicologica, del focolare domestico. È proprio la violenza, infatti, protagonista di questa black comedy: Killer Joe sembra uno studio sulla brutalità umana. Una brutalità che in gran parte del film è esclusivamente verbale e che solo alla fine (ben oltre l’inizio della seconda parte) diviene fisica, con, prima, il teso ed estenuante preambolo che porta ad uno smascheramento preannunciato, al centro la scena (diventata già un cult) di una fellatio a una coscia di pollo da parte di Sharla (Gina Gershon), e la conclusione in un bagno di sangue.

Il regista di Chicago rigenera i meccanismi del noir con uno sguardo attento alla classicità (Wilder e Hitchcock su tutti), ma strizzando l’occhio anche a “surrealismo” dei Coen e al pulp di Tarantino e affida il tutto a un cast di primissimo livello (soprattutto nell’interpretazione). McConaughey (perfetto) è sardonico e inespressivo quanto brutale e aggressivo, ai limiti del selvaggio; Emile Hirsch è talmente bravo che allo spettatore risulta giustamente viscido (vedi il desiderio incestuoso nei confronti della sorella Dottie) e antipatico nella sua stupidità. Juno Temple, completa nell’apparente ingenuità che è in grado di restituirci.


Dettagli

  • Regia: William Friedkin
  • Altro: Sceneggiatura: Tracy Letts Fotografia: Caleb Deschanel Musica: Tyler Bates Cast: Matthew McConaughey; Emile Hirsch; Thomas Hadel Church; Juno Temple; Gina Gershon

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