Cinema

In Sala. L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo

Cristina Lucarelli

Dopo una carriera costellata di commedie di successo, Jay Roach porta sul grande schermo la storia di uno dei più celebri sceneggiatori della storia del cinema: Dalton Trumbo.

 

Lo sceneggiatore migliore degli anni ’40, il più pagato di Hollywood, con i suoi occhialini e il suo accanito comunismo che lo confinano tra la blacklist dei poteri alti: questo è il Dalton Trumbo (Bryan Cranston con tanto di nomination all’Oscar) del grande schermo ad opera del Jay Roach di Austin Powers. Trumbo non viene più scritturato da nessuno ed è costretto a lavorare sotto pseudonimo e a filmetti piccoli piccoli. Non è detto che però continui ad andar male: risale la china, cambia nickname e porta a casa due Oscar (sempre in anonimato).

La ricostruzione scenica dei tempi che furono è ineccepibile in L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo, dettagli curati e patinati, una confezione sfavillante dal contenuto però forse non all’altezza. L’interpretazione di Cranston – meglio noto al pubblico del piccolo schermo come l’immenso Walter White di Breaking Bad – ha comunque dell’incredibile: empaticamente coinvolgente, è facile rivivere con lui le emozioni e le sensazioni che ne arrischiavano la felice esistenza condizionandone in maniera spudorata la quotidianità.

La fulgida rappresentazione del protagonista gioca sul fascino recitativo dello stesso Cranston, il quale mette davanti la macchina tutto l’appeal di cui è dotato. Dal loro canto Roach e Jim Denault girano e fotografano onestamente storie, set e accessori vintage, che però non bastano ad allontanare l’attenzione dalla mancanza principale, l’assenza della “drammaticità”, perché ciò che si racconta ha comunque una natura crudele. La vita dello strambo-Trumbo fu oltraggiata da quella lista nera che non gli permetteva di lavorare e vivere e il plot, sebbene solido e puntellato sul libro di Bruce Cook, Trumbo, non rende nobilmente l’idea.

Paradossalmente, in una pellicola sul più grande degli sceneggiatori, la pecca maggiore è proprio la scrittura, tolta una prima parte ben ritmata, se vogliamo essere buoni. Fortunatamente c’è un cast che vale oro quanto luccica: dopo le già tessute lodi del personaggio cardine, come dimenticare una favolosa Helen Mirren come Hedda Hopper, la columnist specializzata in gossip, oppure l’eccentrico ed esilarante produttore di B-movie Frank King di John Goodman. In sostanza, un biopic questo L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo, gradevole ma non eccellente su un episodio affascinante del XX secolo, dove il motore stesso del lungometraggio è il lavoro encomiabile di Cranston che serve il film senza fare sfoggio di luci egoistiche, da gigante qual è.

 


Dettagli

  • Titolo originale: Trumbo
  • Regia: Jay Roach
  • Genere: Biografico
  • Fotografia: Jim Denault
  • Musiche: Theodore Shapiro
  • Cast: Bryan Cranston, Elle Fanning, Diane Lane, Helen Mirren, Michael Stuhlbarg, John Goodman
  • Sceneggiatura: John McNamara

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti