Cinema

In Sala. Il paradiso degli orchi

Marina Niceforo

Per la prima volta al cinema un romanzo di Daniel Pennac in un adattamento leggero e accattivante, ironico e divertente come il protagonista Benjamin Malaussène.

Presentato in anteprima nazionale al Festival di Roma, arriva nelle sale Il paradiso degli orchi, adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Daniel Pennac del 1985, con in quale lo scrittore inaugurò la fortunata “saga di Malaussène”. È la prima volta che le pagine dello scrittore francese sono tradotte nel linguaggio cinematografico, e mettere in scena il suo fervido immaginario, buffo ed ironico e allo stesso tempo intelligente e non scontato, poteva non essere facile.

La storia – di cui sono autori il regista Nicolas Bary, Jérôme Fansten e Serge Frydman – inizia dalla descrizione dei grandi magazzini “Au Bonheur Parisien”, dove si svolge l’intera vicenda, come un moderno incubo di caos prenatalizio: il posto e il momento ideali per ambientare un giallo. Al centro dell’azione Benjamin Malaussène (Raphaël Personnaz), impiegato ai grandi magazzini come “capro espiatorio”, ovvero colui al quale imputare ogni tipo di colpa al reparto reclami. Tartassato per professione, è ovvio che sarà lui il sospettato numero uno delle esplosioni avvenute nel centro commerciale.

Benjamin sopporta ogni giorno umiliazioni ingiustificate, ma non può proprio permettersi di perdere il lavoro, con tutti i fratelli che ha da mantenere e con una madre chissà dove che continua a sfornarne. È così che la famiglia Malaussène irrompe sullo schermo, con tutte le sue stranezze e le sue peculiarità: dalla sorella che legge in continuazione le carte all’aspirante bombarolo, al piccolo con problemi d’udito, il rapporto tra Benjamin e i fratelli è sicuramente l’aspetto più affascinante del film, e quello che riceve giustamente più attenzione. A congiungere i due mondi la bellissima Julie (Bérénice Bejo), che aiuterà Benjamin a risolvere il duplice mistero delle sparizioni di bambini ai grandi magazzini di trent’anni prima e quello delle esplosioni.

Malgrado la sceneggiatura risenta di qualche dialogo a volte un po’ “di servizio”, e del poco approfondimento di alcuni passaggi e personaggi, la narrazione è impostata comunque in maniera leggera, piacevolmente simbolica e mai noiosa. Tutto sommato, dunque, la struttura narrativa de Il paradiso degli orchi appare equilibrata e ben attenta a mettere in risalto su tutti la figura di Benjamin, nonché la famiglia Malaussène, che si intuisce futura protagonista di nuove avventure. Ugualmente degna di merito la regia di Bary, iconica ed esplosiva grazie anche alla vivace fotografia di Patrick Duroux.


Dettagli

  • Titolo originale: Au bonheur des ogres
  • Regia: Nicolas Bary
  • Fotografia: Patrick Duroux
  • Musiche: Rolfe Kent
  • Cast: Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Emir Kusturica, Ludovic Berthillot, Dean Constantin Gaigani
  • Sceneggiatura: Nicolas Bary, Jérôme Fansten, Serge Frydman

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