Cinema

Bertolucci In Vista. Il piccolo Buddha

Michele Notizia

Continua #BertolucciInVista, retrospettiva dedicata alla fimografia del regista italiano, questa volta con Il Piccolo Buddha.

Un passo verso una realtà che è surreale e spirituale. Questo quello che si può dire del film di Bertolucci, l’ultimo della cosiddetta “trilogia orientale” (dopo L’ultimo Imperatore ed Il The Nel Deserto). Centrato sul buddismo e sui suoi dogmi, racconta di una storia ispirata a tanti fatti realmente successi, di esperienze di vita passata e di reincarnazione. Ambientato tra Seattle ed il Bhutan, un anziano lama tibetano è alla ricerca della reincarnazione del suo maestro, scomparso tempo addietro. Un sogno di un altro monaco riesce a trovare un luogo a Seattle, in cui è presente la casa dei Konrad. Questi hanno un bambino, nato esattamente il giorno della morte del vecchio maestro. Il film è parallelo moderno con il mito di Siddartha, anche nell’alternarsi delle scene tra la storia dei Konrad, la famiglia del bambino “prescelto”, con i flashback che ricostruiscono il mito del giovane Buddha ambientati nel 500 a.C. Bertolucci vede in questo film una possibilità di veicolare gli insegnamenti e la filosofia buddista, tema caro al regista parmense sin dal suo film Prima della rivoluzione del 1965 (in cui evocava Milarepa ed il pensiero buddista), soprattutto quello Tibetano: infatti il buddismo tibetano insegna che alcuni esseri di alto grado di spiritualità, non scelgono di entrare nel nirvana, ma di reincarnarsi sulla terra per diffondere il pensiero di Buddha. Questo pensiero è la fonte principale di ispirazione del film, corredato da “spicchi” di esperienze reali. Molto lirico, come si conviene per un film “religioso”, l’intreccio delle due storie salta all’occhio per via delle differenti tecniche di ripresa: i colori caldi usati per sottolineare il lato spirituale (i monaci, i conventi) e quelli freddi usati per gli elementi della vita “moderna” (la casa, Seattle etc). Simbolico il fatto che durante il viaggio del bambino verso il Bhutan venga appunto messo in evidenza con i colori caldi. Ancora un’altra nota tecnica sta nelle riprese, la pellicola normalmente usata è una 35 mm, mentre i flashback sono in 65mm. Restando nel tema dei numeri, Il piccolo bussha , al giudizio dei navigatori di internet, il film meno apprezzato di Bertolucci, aggravata da una candidatura al Razzie Awards come peggor attore per Chris Isaak. ed anche dal punto di vista economico non fu un successo. Il cast si avvale di ottimi nomi come Keanu Reeves (Buddha) e Bridget Fonda, ma anche Ying Ruocheng che interpreta Lama Norbu, che ha lavorato con Bertolucci nel film l’ultimo imperatore. La lezione leziosa pare non effettivamente riuscita, sia dal punto di vista di pubblico, che dal punto di vista del regista, che non farà menzione di dogmi buddisti nelle sue successive opere.



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