Cinema

Drive In. Il Sorpasso: Lancia Aurelia B24 Spider

Michele Notizia

Lancia Aurelia B24 Spider targata Roma 329446 avvistata nel 1962 sulla Via Aurelia, con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant a bordo per far la storia del cinema insieme a Dino Risi.

In una rubrica che tratta di auto nel cinema, non si può non parlare de Il Sorpasso (1962). Se è vero che Easy Rider è stato il road movie che ha cambiato tutto, un vero e proprio capostipite, il film di Dino Risi è stato il primo abbozzo di questo genere. Magari involontariamente, ma nonostante tutto, dato il successo internazionale, soprattutto negli Stati Uniti, ha ispirato molti registi, tra cui proprio Dennis Hopper, come da lui stesso dichiarato (e come suggerisce il titolo per i paesi anglofoni The Easy Life).

E’ la mattina del ferragosto del 1962 quando, in una strana fotografia (per oggi) di Roma deserta quando Bruno Cortona (Vittorio Gassman) entra prepotentemente nella vita dello studente Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant, capitato quasi per caso nel cast, dato che assomigliava alla controfigura). I due sono molto diversi: introverso ed esile lo studente, l’altro esuberante che lo sovrasta in statura. In questa tragicomica storia i due formano una coppia eterogenea, che finirà per attraversare parte del nostro paese in automobile.

Fermatosi a bere ad una fontanella, Cortona nota una, forse l’unica, finestra aperta in una città vuota. In casa la figura in penombra di Mariani (ma potrebbe essere di chiunque; infatti, come dichiarato dal regista, la figura in questione è proprio della controfigura). Lo studente, gentile e sommesso, lascia entrare in casa Cortona per una telefonata, il quale, per ricambiare il gesto e del tempo che gli ha fatto perdere lo invita a pranzo.

E da qui inizia il peregrinare dei due, che iniziano a vivere molte situazioni differenti, ma non casuali: nell’intento di Risi e di Scola (sceneggiatore) il film era comunque una critica verso la società italiana del tempo, della corruzione di costumi (Quella che va de moda oggi… l’alienazione), ma anche economica. Siamo dopotutto agli inizi del Miracolo Economico, cosa che il regista non manca di sottolineare anche dal punto di vista automobilistico, scegliendo un modello di vettura, lussuosa e sportiva, ma che divenne ben presto vittima dei piloti da strada.

Protagonista femminile, oltre alla bella Catherine Spaak, è l’altrettanto bella Lancia Aurelia B24 Spider, una vettura per pochi, come detto lussuosa, con una raffinatezza tecnica di alta scuola ingegneristica, con un 6 cilindri d’avanguardia (a proposito di questo, nel film Cortona dice “Qui si va a 3 cilindri” cosa improbabile, ma che è una frase che il pubblico, abituate a vetture medie con 4 cilindri sente dire molto spesso). Parlando di eccezionalità tecniche, si può fare parallelo tra il film e la realtà è nel protagonista: fuori lo sgangherato Bruno Cortona (Chi è sta cicciona? guardando la foto della madre dello studente, Perbacco, bella donna!), ma dentro il raffinato Gassman che replica esattamente la raffinatissima Aurelia (scelta personalmente da Dino Risi) “acciaccata” nell’estetica, ma comunque perfetta nel suo ruolo di macchina sportiva.

Da notare come il film sia girato sulla strada statale che porta il nome di Via Aurelia. La vettura è, come sempre, più di una protagonista, con la sua voce, un clacson inconfondibile, che accompagna i due attori in tutte le situazioni, dalle prime immagini della Capitale, ai tentativi di cercare ristoro, alle occasioni sociali come la festa, fino all’ultimo tragico sorpasso, in cui l’auto fa una brutta fine. Ma per fortuna non nella realtà. Risi, estimatore di automobili, salvò quel pezzo di storia, quella Aurelia B24 targata ROMA 329446 che è tutt’ora esistente e restaurato che vince concorsi di eleganza (aiutato anche un po’ dal passato da star), sacrificando una più popolare Fiat 1100 truccata ad arte.

Le Lancia in verità ne erano due: una, quella di cui sopra, usata per le riprese in esterna, ritrovata grazie anche alla targa (pare mantenuta ancora oggi), ed una seconda usata per le scene  in studio, pare di colore lievemente differente, anche se, essendo la pellicola in bianco e nero, difficile da determinare. Inserito a pieno titolo nella lista “I 100 film italiani da salvare”, Il Sorpasso è un film che può sembrare leggero, ma che ha anche un significato, un esperimento (così come definito da una parte di critica al momento dell’uscita) ben riuscito di coniugare un lato “tragico” e “comico” senza essere per forza commedia (Risi, in proposito, rifiuta l’idea che venga definito come una commedia all’italiana), un genere forse a sé stante, soprattutto se si tiene conto della presenza così assidua della Lancia Aurelia, davvero da farne un primo, un grande road movie. “Vai cavallina!”.



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