Cinema

Viva la libertà

Valentina Esposito

Uno straordinario Toni Servillo anima il teatro della politica italiana di Viva la libertà, diretto da Roberto Andò che porta sullo schermo il suo romanzo Il trono vuoto.

Enrico Olivieri (Toni Servillo) è a capo della sinistra italiana, quell’opposizione che alla vigilia delle elezioni dovrebbe fare la differenza. Il clima elettorale è tesissimo, Olivieri affiancato dal suo instancabile assistente Andrea Bottini (Valerio Mastandrea) cerca di tenere testa agli appuntamenti politici, ai giornalisti e alle conferenze dal copione già scritto: scomodo al popolo, al partito e persino a se stesso decide di lasciare tutto al caso per andarsi a riposare lontano dalla vita a Parigi. Intanto a prendere il suo posto, sarà il suo “somigliante” fratello Giovanni, professore di filosofia e con alle spalle dei disturbi mentali.

A metà tra il dramma e la commedia, Viva la libertà del regista Roberto Andò punta prima di tutto sulla mimica teatrale e sullo studio del corpo di Servillo, autentico trasformista e giocoliere divertito del doppio: Brecht diventa la chiave ispiratrice del regista, che decide di guardare allo scenario politico italiano in modo controcorrente rispetto ai film italiani del genere più recenti.

Il film insinua dubbi e riflessioni per giungere a chiedersi, dopo essersi spogliati di quelle credenze e valori a cui sembra dobbiamo appellarci per quieto vivere, cosa voglia dire davvero la politica per chi la fa e per chi la subisce. In realtà Enrico e Giovanni sono più legati di quanto si possa pensare, l’uno non sussiste senza l’altro, eppure il primo si trova costretto a disfarsi della “pazzia” del secondo per poter rispondere ad un certo tipo di sistema e salire sul trono, che simbolicamente e letteralmente, come suggerisce il libro, resta vuoto. Giovanni ha il coraggio di dire che la politica è passione: e soprattutto un essere autentici, un liberarsi dall’illusione di vivere che ha scelto Enrico, sforzatosi di fare politica sognando il cinema finendo però per sedersi sulla poltrona sbagliata.

La sorpresa più grande della pellicola di Andò è la sua doppia lettura: possiamo guardare a Enrico e Giovanni come le sfumature di una stessa persona che come ben ci ha insegnato Pirandello è “Uno, nessuno e centomila“. Oppure possiamo guardarli come due fratelli dalle personalità opposte: Enrico ha scelto la strada sbagliata perché non ha saputo chiedere a se stesso cosa voleva, quale donna amava, mentre Giovanni ha scelto una vita costruita dalla sua passione più grande, quella cultura e quella sua filosofia con cui cerca di rinnovare il pensiero del partito, ridonandogli un leader.

Spirito, acutezza e intelligenza condiscono dei dialoghi mai scontati e dalla direzione imprevedibile, che fanno di Viva la libertà uno dei film più interessanti di questa stagione cinematografica.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Roberto Andò
  • Fotografia: Maurizio Calvesi
  • Musiche: Marco Betta
  • Cast: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto
  • Sceneggiatura: Roberto Andò, Angelo Pasquini

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