Cinema Festival Roma Film Festival 2013

Manto Acuifero

Mariangela Sapere

L’opera seconda di Michael Rowe, vincitore nel 2010 della Camera d’Or a Cannes con il suo precedente film Año Bisiesto, ci porta nel mondo post-divorzio di una bambina di otto anni.

Nel variegato caravanserraglio che è la stampa italiana qui al Festival del Cinema di Roma, il gruppo dei cosiddetti “puristi del film d’autore” aspettava con una certa trepidazione il nuovo film di Michael Rowe, nato in Australia ma di cittadinanza messicana, considerato uno dei maggiori esponenti del cinema nuovo messicano, in virtù del suo lavoro d’esordio Año Bisiesto, che vinse la Camera d’Or al Festival di Cannes nel 2010. Ma, come si suol dire, il secondo film è sempre il più difficile, e così dopo tre anni in cerca di finanziatori (tra cui Gael Garcia Bernal, tra i produttori del film) Rowe si è presentato all’attesa prova del nove con Manto Acuifero, secondo capitolo di un trittico ideale denominato Trilogia della solitudine.

Caro ha otto anni. I suoi genitori divorziano e lei va vivere con la madre e il patrigno. La bambina non si rassegna all’idea della separazione dei genitori e vive la situazione come un abbandono. A causa di ciò, durante le sue esplorazioni/gioco in giardino, Caro si rifugia nei pressi del pozzo del cortile dietro casa, un luogo segreto che nutre la sua fervida immaginazione. Così, inizia il dramma che porta la bambina a sentirsi sempre più distante dalla madre e allo stesso tempo di indagare morbosamente su chi fosse suo padre, fino a scoprire un segreto che le cambierà la vita.

Il dramma del divorzio non è materia nuova al cinema, anche se prendiamo in considerazione il punto di vista della prole, per cui, più che un’originalità in ciò che viene trattato, ci si aspettava soprattutto una certa rigorosità registica ed uno svolgimento in itinere del film tale da suscitare emozionalità attraverso la tecnica cinematografica. Non è purtroppo il caso di Manto Acuifero, che procede per tutti i 79’ del film in maniera pesante e noiosa, senza possibilità di appello. Seppur si nota una certa piacevolezza estetica, e alcune inquadrature degne di un certo interesse, viene tutto spazzato via da un film che non riesce a parlare allo spettatore e che si perde nel racconto senza cogliere il suo obiettivo. Un’analisi che non convince e che ahimè cataloga questo film come un prodotto insufficiente.


Dettagli

  • Titolo originale: Manto Acuifero
  • Regia: Michael Rowe
  • Anno di Uscita: 2013
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Diego Garcia
  • Musiche: Sergio Diaz
  • Costumi: Anna Terrazas
  • Produzione: Messico
  • Cast: Zaili Sofía Macías Galván, Tania Arredondo, Arnoldo Picazzo
  • Sceneggiatura: Michael Rowe

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