Libri

Vetrina. “I miei genitori non hanno figli”

Mariangela Sapere

Un ragazzo alla ricerca del proprio cammino tra “non detti” familiari nel romanzo di Marco Marsullo.

A soli due mesi dall’uscita, I miei genitori non hanno figli di Marco Marsullo è sugli scaffali con la terza ristampa e in cima alle classifiche di vendita.

Il protagonista senza nome del romanzo – ma verrebbe da chiamarlo Marco – ha diciotto anni, e dopo la maturità si trova faccia a faccia con una decisione che può sembrare banale, ma che determina gran parte del futuro e disegna i contorni di ciò che desidera diventare, almeno sulla carta: la scelta della facoltà universitaria. Il nostro ragazzo, nell’estate assolata della sua città, si confronta con la madre, troppo impegnata a impegnare il tempo, e con suo padre, che ha scelto una vita lontano dal caos metropolitano, fatta di ulivi da potare e prede da inseguire nei boschi di tutta Europa.

Una scelta – Giurisprudenza – fatta per motivi molto lontani da quella che può essere definita “vocazione”, apre al ragazzo il mondo universitario che, lungi dall’essere fucina di incontri, festini e baldorie come le serie tv ci hanno insegnato, o anche luogo di studiosi appassionati e illuminati, rimarca una nuova solitudine. La vita universitaria è una sedia, una data, la testa sui libri, mentre fuori dalla stanza rimbombano metri quadrati vuoti, non calpestati, silenziosi.

E poi il terrore di fallire, la visione di un futuro ancora opaco, il rintanarsi in un angolo di conforto da dove, sotto la carezza del sole, si vede il mare. Il protagonista-senza-nome è il figlio che diventa genitore di una madre che combatte la solitudine con scelte discutibili, e di un padre che ha difficoltà a parlare e con il quale s’inventa un registro nuovo, fatto di gesti e sudore, più che di parole. E poi c’è lo studio, quell’obbligo di imparare nozioni a memoria. Ma cosa succederebbe se agli esami fallisse?

Con le sue centotrentotto pagine, I miei genitori non hanno figli è un piccolo romanzo dal cuore grande. Marco Marsullo, che abbiamo conosciuto soprattutto per la penna leggera e divertente, non abbandona la scrittura ironica ma al compimento dei trent’anni si guarda dentro, e intesse la commedia alla biografia e all’invenzione, per raccontare con profonda leggerezza il mondo dei figli unici di genitori separati.

Dall’incipit più famoso della letteratura abbiamo imparato che ogni famiglia è infelice a suo modo. Qui ci rendiamo conto, invece, del fatto che ogni famiglia è normale nella sua singolarità, con forme speciali a cui soltanto i membri imparano ad adattarsi, forme non spiegabili ad un estraneo.

Grande lavoro di Einaudi, con un titolo indovinatissimo e la bellissima copertina di Davide Bonazzi.

 


  • Genere: Romanzo

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