Arti Performative

Massimiliano Civica // Un quaderno per l’inverno

Carmen Navarra

Con in tasca due Premi Ubu 2017, uno per la regia, l’altro per la drammaturgia, Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi, per la regia di Massimiliano Civica è andato in scena dall’8 all’11 febbraio al Teatro Fontana di Milano.
L’atmosfera intimista si sposa bene con la location in cui lo spettacolo è ambientato, perché siamo all’altezza del Chiostro di Santa Maria alla Fontana, nel cuore del quartiere Isola; di tanto in tanto il suono del campanile adiacente “addolcisce” le battute sarcastiche e serrate del dialogo che avviene tra due personaggi maschili, un professore di letteratura e un ladro che fa scientemente irruzione in casa sua. Su questo paradosso viene costruita l’intera vicenda: a dispetto di una forte emozionalità che oscilla tra il tragico (la malattia della moglie del ladro) e il comico (il fatto in sé), la scena risulta essenziale, un faro esterno illumina il centro del palco, dove sono posizionati un tavolo e due sedie.
Il professore (un bravissimo Alberto Astorri) di rientro da una giornata faticosa di lavoro, con sporta al seguito (una manciata di arance), viene “accolto” da un ladro (il talentuoso Luca Zacchini), che gli fa una strana richiesta: scrivere una poesia per sua moglie, in coma e prossima alla morte, su quello stesso quaderno che porta il titolo dello spettacolo. Questo strumento, tanto caro alla letteratura (“Il grande quaderno” di Ágota Kristóf, per dirne una) e su cui ruota non solo la vicenda, ma anche la gestualità dei parlanti (lo aprono, lo chiudono, lo nascondono, lo ripongono nel cassetto, se lo scambiano) rappresenta, metaforicamente, un omaggio alla parola scritta, che può fungere da “salvezza” reale o presunta («quando in ospedale le ho letto una tua poesia, ha avuto una reazione», precisa più volte il ladro al professore). La sua funzione, attraverso lo snodo in tre atti che toccano un arco temporale pari a dieci anni, viene rimarcata per tutta la durata dello spettacolo (non più di un’ora); i personaggi, levigati, non spigolosi, sono il simbolo di un’umanità che cerca espedienti per non morire (anche in contesti in cui la morte è incombente) e che si concede, in situazioni estreme, momenti di surreale sincerità: il professore universitario è un uomo solitario, forse inetto, che si è arreso di fronte alle sofferenze patite; il ladro è un ingenuo sognatore che di delinquenziale ha solo un cappello bisunto e un coltello, l’ultimo elemento dei quali servirà, paradossalmente, a tagliare le arance del professore per poi berne in sua compagnia il succo. Due uomini “uguali ma diversi ma uguali”, per dirla con Nanni Moretti, che (soprav)vivono tra un furtarello di strada e una lezione universitaria, che raccontano – con struggente leggerezza – i momenti nefasti di una vita che scorre senza traiettoria.

 

 

 

Visto al Teatro Fontana, Milano, l’11 febbraio 2018
Foto di copertina di Duccio Burberi

UN QUADERNO PER L’INVERNO

di Armando Pirozzi
uno spettacolo di Massimiliano Civica
con Alberto Astorri e Luca Zacchini
costumi Daniela Salernitano
scene Luca Baldini
luci Roberto Innocenti

produzione Teatro Metastasio di Prato
con il sostegno di Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello


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