Arti Performative

Lemi Ponifasio – Birds With Skymirrors

Renata Savo

Arriva in Italia il coreografo neozelandese Lemi Ponifasio, con il suo lavoro “Birds With Skymirrors”

Il folklore come universo al quale attingere per comporre le proprie idee sembra avere un ruolo da protagonista quest’anno, al Romaeuropa Festival: dopo la performance di Alessandro Sciarroni un altro grande artista, Lemi Ponifasio, ha trapiantato una danza folkloristica, la danza maori, all’interno del suo spettacolo, Birds With Skymirrors. Qui, però, anziché essere decontestualizzata, la danza viene recuperata nel suo significato originario: il coreografo samoano, infatti, converte la tradizione in uno strumento di lotta per difendere la sua terra, elevata a simbolo di una purezza straordinaria da salvaguardare.

Potente, impressionante, quasi intimidatoria, la danza creata da Lemi Ponifasio lancia un grido di libertà per denunciare l’indifferenza verso una questione che non riguarda in primis la terra patria, ma l’intero Pianeta: l’inquinamento ambientale. Nato nel 2010, lo spettacolo si riferisce in particolare al disastro che colpì il Golfo del Messico nel mese di luglio; come un refrain, infatti, alle spalle dei danzatori, spunta l’immagine del cormorano con le ali appesantite dal petrolio che tenta invano di risalire la battigia.

Nonostante lo spettacolo non riesca a mantenere costantemente viva l’attenzione del pubblico per la lentezza estrema di alcuni quadri, l’eccessiva durata e la presenza di una partitura sonora troppo “invadente”, si lasciano contemplare facilmente le scene in cui i danzatori, dal volto profondamente espressivo (con gli occhi sbarrati come “uccelli”), scandiscono i loro movimenti utilizzando strumenti manuali che roteano nell’aria e disegnano forme astratte di grande impatto visivo, che lasciano il pubblico a bocca aperta; visioni che, insieme con altre, acquistano interesse anche soltanto per il loro essere così lontane dalla nostra cultura, come quelle semplici entrate ed uscite dei danzatori, il cui stile è forgiato dai costumi lunghi e neri che coprono le gambe lasciando visibili solo i piedi, rapidi e ben piantati a terra, costumi che conferiscono ai corpi in movimento l’idea di una camminata sospesa. Tra le altre che lasciano il segno, l’immagine di uno dei danzatori che si batte con forza i pugni sul petto, cogliendo di sorpresa lo spettatore e facendolo balzare dalla poltrona.

L’applauso più forte va senz’altro alla gestione delle luci, piantate in maniera tale da produrre atmosfere e visioni quasi surreali. Le luci sul corpo nudo e puro di una donna, ad esempio, gli fanno acquisire la forma anomala di un “corpo estraneo”, come sono estranei alla natura i nastri magnetici raccolti dagli uccelli per costruire i loro nidi: immagine di partenza, spunto di riflessione, per questo imponente lavoro.   

 


Dettagli

  • Titolo originale: Birds With Skymirrors

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