Musica Nuove Uscite

Jon Hopkins – Singularity

Carmen Navarra

In tempi di omologazione e categorizzazione di generi e persone, il compositore di musica elettronica Jon Hopkins lancia un disco dal titolo Singularity, singolare, appunto, per la capacità di amalgamare stili che corrono in parallelo ma che non è sempre semplice far coesistere: Hopkins, invece, ci riesce magistralmente, collegando l’aspetto propriamente riflessivo della musica d’ambiente – la cosiddetta braindance – alle complicazioni ritmiche generate dalla musica techno. Sono passati 5 anni da Immunity, disco nel quale l’ex “allievo” di Brian Eno, come i più maliziosi lo definiscono, aveva cominciato un processo di graduale introspezione e alienazione da sé, che sembra portare avanti con la stessa pervicacia anche in Singularity: il primo singolo estratto, Emerald Rush dà all’ascoltatore la sensazione di essere dapprima su una strada pianeggiante e senza tortuosità, in seguito, l’improvviso avvento della minimal techno gli causa come una dipendenza da “loop”. Non di meno è Everything Connected, secondo singolo estratto – della durata di 10 minuti – durante i quali si raggiunge l’equilibrio perfetto tra l’intelligent dance music e i virtuosismi sonori di più recente memoria. La componente cerebrale è invece prevalente in Feel First Life, metafora del processo di vita, in cui si “avverte”, grazie alla voce di Lisa Elle, il passaggio sonoro da embrione a feto e da feto a persona (da cui il titolo). La componente più “goliardica”, invece, emerge in C O S M, pezzo nel quale gli allegri xilofoni rimandano a un “gusto” che l’artista britannico ci aveva già fatto saggiare nel suo brano Light Through the Veins che era stato utilizzato come intro per Life in Technicolor dei Coldplay, coi quali Hopkins ha co-prodotto Viva La Vida Or Death And All His Friends (2007).
Nel finale di questo disco calibrato e motivante, il compositore torna agli “albori” : Recovery è un pezzo interamente costruito sul pianoforte, strumento che Hopkins suona da quando aveva 4 anni.
Caldo per la reazione immediata, freddo per la riflessione, tiepido nel momento cardine della decisione, questo è il disco della giusta misura, per dirla con l’antico poeta latino Orazio.



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