Cinema

In Sala. Via dalla pazza folla

Fausto Vernazzani

Il danese Vinterberg adatta il classico romanzo sentimentale di Thomas Hardy rinunciando a stile e personalità.

 

Bathsheba Everdene presenta se stessa con una didascalica voce narrante, introduce lo spettatore al suo curioso nome, tenta di dare forma alla propria personalità e, subito dopo, ci lascia alla sua storia senza più accompagnarci: è il 1800 di Thomas Hardy e il suo romanzo Via dalla pazza folla. Titolo del film identico, storia tagliata qua e là, ma buona parte dell’intreccio rimane intatto, a discapito della ben più importante sostanza: Bathsheba Everdene vivrà anni di grandi cambiamenti.

Tre contendenti l’attendono nel futuro, primo tra i quali l’allevatore Gabriel Oak, per cui un colpo di fulmine è sufficiente a chiedere la mano della sua vicina contadina, Bathsheba, troppo orgogliosa e decisa a vivere in autonomia per accettare la proposta dell’ottimista Mr. Oak. In quei minuti successivi impariamo a conoscere la miglior interprete della pellicola,  Charlotte Bruus Christensen, direttrice della fotografia con un occhio per i bei tramonti e la capacità di estrarre luce dal nulla assoluto.

Scene comuni diventano fuori dall’ordinario con gli esperimenti di chi si è dato un gran daffare ne Il sospetto e Submarino, aprendo le porte alla grande svolta nella vita di Bathsheba: un lontano zio è defunto, lasciandole in eredità una fattoria di enorme valore. Lì agirà con autorità, fermezza, due qualità al di là della sua vita sentimentale, abbandonata nelle mani dell’egocentrico sergente Francis Troy, carezzata dalle attenzioni del più maturo, ricco e serio William Boldwood.

Tre contendenti, tre potenziali sposi per la bella e dolce Bathsheba, unico personaggio tenuto in conto dallo sceneggiatore David Nicholls, scrittore di romanzi rosa, ben vestita dalle delicate fattezze di Carey Mulligan, il cui lavoro è senza alcun dubbio degno di lode, così come la sua controparte Matthias Schoenaerts, il cui unico difetto è l’essere stato scelto per un ruolo a lui poco adatto. Ma come ogni attore dotato di talento, anche nelle condizioni più avverse riesce a dare il meglio di sé.

Chi sorprende è proprio il regista, Thomas Vinterberg, irriconoscibile in questo Via dalla pazza folla, lontano anni luce dallo stile e dalla forza di pensiero a cui ci aveva abituato, con quel suo stile pungente e provocatorio che lo ha reso famoso. La personalità di Vinterberg è aliena al melodramma di Hardy, differente da prodotti della stessa risma – qualunque adattamento dei romanzi di Jane Austen – per una cura maggiore della confezione e della recitazione, mai esageratamente caricata.

Ma la mancanza di sostanza non è un difetto perdonabile, Via dalla pazza folla non acquisisce alcun valore oltre la prima visione, conclude la sua forza nell’aspetto, a cui non è stato dato un modo di esprimere alcunché. Storia d’amore, d’annata, adatto a chiunque non cerchi altro che questo. Chiunque voglia invece completare la filmografia di Vinterberg, potrà godersi solo gli aspetti tecnici. Null’altro.


Dettagli

  • Titolo originale: Far from the Madding Crowd
  • Regia: Thomas Vinterberg
  • Fotografia: Charlotte Bruus Christensen
  • Musiche: Craig Armstrong
  • Cast: Carey Mulligan, Matthias Schoenaerts, Michael Sheen, Tom Sturridge, Juno Temple
  • Sceneggiatura: David Nicholls

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