Cinema

Al di là delle montagne

Fausto Vernazzani

La Cina sommersa dai traumi di Jia Zhangke torna in Italia con una storia proiettata verso un futuro malinconico.

Fenyang, il 2000 sta per portare su di sé il peso di un nuovo millennio, ma nel sorriso di Tao tutto sembra essere normale, il tempo è fermo all’istante vissuto e tutto ciò che conta è solo la sua vita. Spensieratezza dalla vita breve, gli amici e corteggiatori Liangzi e Jingsheng sono entrati in collisione e ora toccherà a lei scegliere uno dei due con cui dividere la propria vita: una decisione che poteva essere naturale diventa affrettata, una selezione destinata ad avere ripercussioni sull’esistenza di tutti e tre.

Il tempo dunque ha la meglio, Al di là delle montagne può passare alla sua fase successiva, farci vedere titolo e regista dell’opera e introdurci alla vita di Tao, Jingsheng e Liangzi quindici anni dopo: non tutto va per il meglio, la coppia sposata naviga nell’oro, ma non ci sono rapporti, il terzo invece rischia di affogare nella sua povertà e mentre i tre litiganti guardano la vita volare, il nuovo arrivato, Dollar fa da corpo e voce alla Cina. Qual è il destino di una delle economie emergenti più potenti al mondo?

Jia Zhangke non ha paura di raccontare la verità del suo paese attraverso allegorie non subito afferrabili, così come accetta di buon grado l’uso di immagini evocative, quadri perfetti per rappresentare la verità. Lo fece con Still Life, lo ha sempre fatto e sempre ci delizierà col suo sguardo capace di trovare del bello anche nella tragedia dell’ambiente in cui i suoi personaggi si muovono o persino l’opposto quando leva l’ancora di fronte alle spiagge sconfinate di un’Australia a metà tra sogno e normalità: è il futuro.

Al di là delle montagne è un film inferiore ai suoi predecessori, inversamente proporzionale all’aumento di budget rispetto al passato, non per questo meno efficace: Jia mette in scena un dramma dello sviluppo e del sottosviluppo, spinge le sue pedine, collegate tra loro con dei fili interminabili (il ricco, il povero, il sogno – madre e figlio legati indissolubilmente), a soffrire per delle scelte avventate, per la corsa alla conquista. Go West recita la canzone dei Pet Shop Boys: la Cina comunista/capitalista ha un futuro suo personale?

Maestro nel criticare e analizzare la situazione attorno a sé, Jia Zhangke riesce nel suo intento alla perfezione, in particolare nel terreno di mezzo – il presente del 2015 – a metà tra un 1999 da godere soprattutto col cuore e un 2025 da prendere con le pinze. Mettendoci troppe speranze sopra si rischia di uscirne delusi. Tuttavia anche l’intero spezzone girato in inglese con Dollar ha i suoi meriti, contiene lui il senso più drammatico e traumatico di Al di là delle montagne, lì risiedono le risposte più sconvolgenti.


Dettagli

  • Titolo originale: Shan he gu ren
  • Regia: Jia Zhangke
  • Anno di Uscita: 2015
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Nelson Lik-wai Yu
  • Musiche: Yoshihiro Hanno
  • Costumi: Hua Li
  • Produzione: Cina, Francia, Giappone
  • Cast: Zhao Tao, Zhang Yi, Liang Jing Dong, Dong Zijian
  • Sceneggiatura: Jia Zhangke

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