Editoriali "Arti Performative"

Salerno, l’Italia che Mutaverso anche grazie al teatro

Renata Savo

C’è un’Italia che prova a cambiare volto, a rovesciare stereotipi. Un’Italia vigile e attenta. Sveglia e recettiva. Questa Italia “positiva” risiede nell’agire di un operatore teatrale originario di una città relativamente piccola come Salerno, un luogo che ha subito negli ultimi anni una trasformazione non indifferente assumendo le sembianze di un microcosmo in grado di guardare al futuro e alla bellezza attraverso il turismo e lo svago. Il suo volto, come quello di ogni città, è un mosaico di sforzi, ovvero di persone che allo stesso territorio hanno saputo guardare con occhi positivi forgiando in maniera concreta, con le poche risorse a disposizione, le visioni ideali del cambiamento auspicato.

Dal punto di vista culturale e del segmento “teatro”, Salerno da qualche anno gode di momenti di nuovo splendore grazie alla visione del teatro veicolata da Vincenzo Albano (Erre Teatro), organizzatore teatrale esperto, intelligente e intuitivo. Direttore artistico di Mutaverso Teatro – (LA) seconda stagione, la sua rappresenta oggi una voce consapevole dell’ampiezza dei fenomeni contemporanei su scala locale e nazionale (merito anche della formazione compiuta sotto il segno della passione della Prof. Antonia Lezza dell’Università degli Studi di Salerno), levatasi al prezzo di enormi sacrifici e di viaggi repentini. Attraverso la positività del proprio pensiero, e soprattutto del suo operato, la voce sola di Vincenzo sta provando in questi anni ad arrivare tanto lontano quanto il suo sguardo ha saputo lanciarsi: prima con la rassegna “Teatrografie”, 2013 e 2014, poi, “Geografie” nel 2015, e ancora, le due edizioni di “Per voce sola”, 2014 e 2015. Così, per la seconda volta (“seconda”, appunto, solo se non si tiene conto di quell’altra lunga serie di esperienze promosse e sostenute negli anni precedenti), rischia ancora e sperimenta insieme al pubblico la validità del progetto di più ampio respiro inaugurato lo scorso anno, portando a Salerno da gennaio a maggio 2017 dieci compagnie teatrali che compongono una fotografia – come lui stesso l’ha definita – della scena teatrale contemporanea emergente a livello nazionale: Vernicefresca Teatro (Ho.me, 20 gennaio), Bahamut (It’s App To You (o del solipsismo), 3 febbraio), Compagnia ZiBa (È la pioggia che va, 17 febbraio), Dynamis Teatro (Garwalf, 3 marzo), Piccola Compagnia Dammacco (Esilio, 17 marzo), La Ballata dei Lenna (Il paradiso degli idioti, 7 aprile), Frosini/Timpano (Acqua di colonia, 22 aprile), Alessandra Crocco e Alessandro Miele – Progetto Demoni (Demoni. Frammenti, 5-6-7 maggio), Big Action Money (Illusioni, 26 maggio).

I parametri che hanno guidato la scelta delle compagnie ospitate sono, da un lato, la qualità dei testi e delle interpretazioni attorali; dall’altra, la sperimentazione di forme drammaturgiche e modalità di fruizione innovative. Detto in altre parole, quelle di Albano, si tratta di «spettacoli che da un lato confermano il mio tentativo di lavorare sulla testualità teatrale e sul ruolo dell’attore e dell’autore, hanno scritture originali, come Esilio di Piccola Compagnia Dammacco (finalista Premio Ubu per Attrice Under35), e dall’altro segnano un’apertura verso altri linguaggi, affrancandosi dalla testualità e virando verso una più marcata performatività: un ambito nuovo, che ho voglia di scoprire, e quindi anche di proporre».

«Squadra vincente non si cambia», ha dichiarato il direttore artistico salernitano, e allora Mutaverso Teatro ritrova il sostegno dell’amministrazione locale incarnata nella sensibilità e nell’intelligenza di persone che hanno creduto nel progetto, come Ermanno Guerra, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Salerno presente alla conferenza stampa di Mutaverso Teatro, che ha sottolineato la specificità dell’operato di Vincenzo sul territorio: «l’aver fatto tutto sotto la cifra del “non convenzionale” a cominciare dall’accettare la sfida di uno spazio, quella del Centro Sociale tradizionalmente poco gradito dagli operatori del teatro salernitano, che l’anno scorso è stata assolutamente vincente. […] Il risultato mi pare che sia convincente e offre alla città non solo dieci spettacoli di qualità ma anche in atmosfere, in ambienti, che in qualche modo esprimono la visione, il pensiero che Vincenzo ha del teatro».

Il ringraziamento di Albano, oltre che a Ermanno Guerra, è andato anche ad alcune realtà giovanili salernitane che si erano già distinte l’anno scorso per il proprio sostegno. La stessa “Scene Contemporanee” è rinnovata mediapartner della stagione insieme alla rivista “Puracultura” (Antonio Dura e Claudia Bonasi) e, accanto a noi, i sostenitori Informagiovani Salerno e la Rete dei Giovani per Salerno, con cui la direzione artistica dialoga da diversi anni e per i quali ha attivato forme di convenzioni sui biglietti di ingresso agli spettacoli.

L’amore di Vincenzo per la sua terra non si ferma alla promozione di un’offerta culturale di qualità, ma punta a realizzare qualcosa di ancora più grande: l’incontro (una vera e propria prova di «convivenza») tra attori di provenienza salernitana e, più in generale, professionalità dello spettacolo differenti che in questi anni si stanno facendo valere su territorio nazionale. Come? Con un progetto dal nome non casuale, Itaca/La bottega dei ritorni, laboratorio artistico intitolato “La Germania che ho in testa” condotto da Maurizio Lupinelli (Nerval Teatro), un’idea che riunisce in residenza artistica venti attori di origine salernitana che per motivi di formazione o professionali si sono insediati altrove, «un primo tentativo di fare una ricognizione delle personalità legate al teatro nate nel salernitano». Curiosamente, all’interno di questo gruppo «la maggioranza non si conosce, e quindi si incontreranno per la prima volta il 2 gennaio», ha aggiunto Albano. Culminante in una dimostrazione aperta al pubblico il 7 gennaio, la bellissima iniziativa ha ricevuto subito l’approvazione di Guerra, il quale ha tenuto a precisare come «La bottega dei ritorni non vada intesa nell’accezione del mancato riconoscimento delle professionalità nel proprio territorio, e quindi, del proverbio “Nemo propheta in patria”, ma a volte le esperienze diventano più fondanti e significative quando crescono nel confronto con realtà altre rispetto a quelle nelle quali si nasce».

La direzione artistica ha poi annunciato che partirà una campagna di crowdfunding a sostegno di Mutaverso Teatro di cui sono in via di definizione le modalità di finanziamento e che viene rilanciata, inoltre, la pratica del “biglietto sospeso”, forte dell’esperimento assai riuscito della scorsa edizione. Naturalmente, resta aperta la formula dell’abbonamento all’intera stagione (la campagna è appena partita e durerà un mese); differenziate sono le forme di bigliettazione (intero 12 euro, biglietto ridotto di 10 euro per Under25, studenti universitari, Over65) per tutti gli spettacoli, fatta eccezione per Demoni. Frammenti, trattandosi di una performance per un solo spettatore alla volta e suddivisa in tre frammenti diversi che avranno luogo in spazi non convenzionali come appartamenti privati (e per ognuno dei quali si richiede prenotazione obbligatoria); altre convenzioni sono attive per i possessori di tessera Arci, per i membri delle sopracitate Informagiovani e Rete per i Giovani di Salerno, e per gli allievi dei laboratori teatrali di Salerno e provincia.

Anche il nostro direttore, Franco Cappuccio, in qualità di partner sostenitore di Mutaverso Teatro, è intervenuto a conclusione della conferenza stampa. Non possiamo non condividere qui le sue parole, sintesi dell’armonia di visioni tra la nostra rivista e le idee di teatro, incontro, qualità artistica, promosse da Vincenzo Albano: «abbiamo deciso di sostenere per il secondo anno Mutaverso Teatro proprio perché crediamo nel progetto, nella visione di Vincenzo Albano e nella sua capacità di costruire, anche in maniera molto articolata, una fotografia di quella che è la scena contemporanea oggi. Con lui abbiamo dialogato e avuto un confronto, e durante questa stagione avremmo sicuramente modo di poter continuare questa proficua collaborazione».

A Vincenzo Albano, allo staff di Mutaverso Teatro e a questa Salerno positiva e avanguardista, quindi, i nostri migliori auguri.



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