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Arte giramondo come pretesto di incontro e scambio: la sfida di Breaking Boundaries

Maria Rosaria Carifano

Otto curatori che hanno selezionato dodici artisti, le cui opere verranno esposte in sei diversi spazi situati in quattro differenti paesi del mondo, offrendo ai visitatori la possibilità di incontrarli dal vivo (in base alla prossimità della tappa con la loro città d’origine) oppure online (attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie). Breaking Boundaries è la nuova modalità di organizzare mostre d’arte: economica, sostenibile, interattiva. Il tutto nato grazie ad una doverosa riflessione sopraggiunta insieme alla pandemia.

Infatti, l’arte, in ogni sua forma, ha bisogno di essere fruita. Ogni processo creativo che non si concluda con la sua esposizione al pubblico resta, di fatto e per sua stessa natura, monco. Si è artisti per esigenza. Per esprimersi, denunciare, sfogarsi, dare vita a universi altri, inventare, sperimentare. Oppure per tutto questo insieme. E qualunque prodotto di qualsiasi settore artistico, dal figurativo allo spettacolare, necessita di confrontarsi con l’esterno: lettori, spettatori, visitatori. Una poesia lasciata in un cassetto, sebbene bellissima; una commedia mai rappresentata, seppur divertente; un’opera d’arte mai esposta, per quanto evocativa: non possono che restare nell’alveo delle velleità. Senza incontro degli artisti tra loro e con il pubblico, non c’è crescita. Non c’è arte.

Poi, è arrivato il 2020 e con lui la pandemia. Com’è scontato, con gli occhi di oggi, durante quell’annus horribilis – e per buona parte di questo corrente – l’intero settore della cultura si è come congelato e, soprattutto gli artisti figurativi, che normalmente viaggiano molto, si sono ritrovati a dover completamente ridefinire non soltanto il loro modo di lavorare, ma l’intero processo creativo, fin dal concepimento di un’opera. Il lockdown serrato della prima ora e le successive restrizioni settoriali, non soltanto hanno impedito il regolare svolgersi delle mostre e delle residenze, ma hanno anche bloccato quel flusso – tutto fatto di relazioni sociali – che consente agli artisti di conoscere e conoscersi, avere nuovi stimoli, creare contatti per nuovi progetti. Condizioni necessarie alla loro stessa sopravvivenza, soprattutto se parliamo di emergenti, non ancora conosciuti, che sono all’inizio del loro percorso professionale.

Inoltre, è completamente venuto a mancare quell’aspetto così importante di qualunque processo artistico e culturale: il rapporto con il pubblico, con i feedback che soltanto una fruizione dal vivo, in presenza, può fornire. Che sia ammirando un’opera definita come una performance live.

È proprio per sopperire a queste mancanze, ma anche per provare a ridefinire nuove modalità di produrre e declinare al pubblico l’arte contemporanea, è nata l’idea di “Breaking Boundaries”. Letteralmente: rompere i confini, superare i limiti.

Grazie a questo progetto, 8 curatori hanno selezionato 12 artisti emergenti che, dal settembre 2021 a quello 2022, esporranno le loro opere in 6 diversi spazi espositivi in 4 diversi paesi del mondo: Italia, Olanda, Germania e Turchia.

Infatti, una cassa appositamente progettata per contenere senza danneggiare tutte le opere d’arte, conservate in modo sicuro al loro interno, ha raggiunto proprio in questi giorni il cuore di Istanbul, nella galleria Karsi. Le opere verranno esposte per un mese, e poi ricominceranno il loro viaggio verso De Meldkamer, a Maastricht. Quindi, proseguiranno per una doppia tappa tutta italiana: prima saranno esposte all’Officina 15 di Castiglione dei Pepoli (in provincia di Bologna) per poi risalire a Venezia, negli spazi di A.Topos. A marzo, la cassa continuerà il suo viaggio da Patty Morgan ad Amsterdam, per terminare il suo giro al Centercourt, durante la Munich Art Week che si terrà a settembre. Tutte realtà indipendenti, che consentiranno agli artisti di fare rete in un momento in cui la mobilità è ancora fortemente limitata.

Il progetto è stato interamente finanziato attraverso una campagna crowdfunding, e ha come obiettivo la creazione di una nuova alternativa all’organizzazione delle mostre e alla collaborazione internazionale: favorendo la carriera di artisti emergenti, mettendoli in contatto con differenti curatori e scene artistiche, e creando una rete di supporto di spazi “off” in Europa e non solo. Soprattutto, facendo in modo che il processo sia economicamente sostenibile. In un rapporto pubblicato da Kunstenpunt – Institut Flamenc Des Les Arts nel 2018, è stato evidenziato quanto sia insostenibile viaggiare, dal punto di vista economico e ambientale, per artisti e professionisti della cultura. Coprire i loro costi di trasporto e alloggio è la spesa più elevata di tutta l’organizzazione.

Con Breaking Boundaries si dà vita ad una mostra itinerante che paga in modo equo sia i realizzatori delle opere che i curatori, mescola la forma dell’incontro in presenza con quello online (in modo da non rinunciare al feedback del pubblico ma riducendo gli spostamenti al minimo, sfruttando la prossimità con le tappe) e sviluppa una rete professionale internazionale tra spazi d’arte, artisti e curatori, promuovendone la carriera e arricchendo la scena artistica locale. Non mancherà la pubblicazione di un catalogo a testimonianza di questa mostra e dell’intero progetto nei diversi spazi.

I dodici artisti selezionati sono: Gözde İlkin (TR) – Sevim Sancaktar (TR), Miriam Salamander (DE), Janina Totzauer (DE), Simone Miccichè (IT), Giulia Cacciuttolo (IT), Eva Chiara Trevisan (IT) & Giulio Polloniato (IT ) Jan Dirk Adams (NL) & Anne Büscher (NL), Willem de Haan (NL), Suzie van Staaveren (NL)

Ecco, invece, i nomi degli otto curatori: Davy van Gerven (NL), Jelmer Wijnstroom (NL), Federica Fiumelli (IT), Jessica Capra (IT) Ezgi Bakçay (TR), Sophie Charlotte Bombeck (DE), Fernanda Andrade (IT) e Lucia Trevisan (IT ).

Ora non resta che seguire il viaggio della speciale cassa di Breaking Boundaries e decidere come partecipare alle tappe dell’esposizione, se virtualmente o di persona. Perché nei momenti in cui i grandi cambiamenti accadono è esserci, indipendentemente dalla modalità, che fa la differenza.



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