Arti Visive Mostre

Antonio La Guardia. La luce dell’inchiostro ottenebra @ Galleria Tiziana De Caro, Napoli

Maria Ponticelli

Antonio Della Guardia è un artista salernitano ed espone per la prima volta un suo progetto negli spazi della Galleria Tiziana Di Caro, sita in piazzetta del Nilo a Napoli; il nome del progetto è La luce dell’inchiostro ottenebra. Il lavoro di Della Guardia parte da una ricerca sui costumi e i comportamenti sociali legati al mondo del lavoro ed ai mutamenti di quest’ultimo; l’analisi viene condotta attraverso lo studio della grafologia, uno strumento attualmente in uso nel mondo aziendale per la selezione del personale. Il percorso espositivo si snoda attraverso quattro tappe a partire dalla prima opera: una scritta al neon composta dall’unione di ventisei grafemi, tutti diversi fra loro in quanto tratti dalle firme di differenti personaggi politici. La scritta è collocata in una stanza buia ed è in tale contesto che essa assume valore e restituisce significato al titolo stesso della mostra. Esso infatti non è altro che la parafrasi de La luce del potere ottenebra, una citazione estrapolata dal Trattato di saper vivere ad uso delle giovani generazioni dello scrittore  e filosofo belga Raoul Vaneigem. L’intento del progetto è infatti quello di voler identificare, attraverso l’uso della grafologia, i tratti oscuri e latenti delle personalità di figure leader del mondo politico e imprenditoriale, aspetti che si rivelano nei tratti dello scrivere e che vengono oscurati dall’immagine fittizia pubblicamente riconosciuta. L’installazione che segue, e che costituisce il secondo momento dell’indagine, rivela alcune regole dello studio della grafia e lo fa con un’immensa distesa di fogli che occupa l’intera parete della seconda sala della Galleria. Questi fogli contengono esempi di grafie modificate in base a canoni riconosciuti e ricercati dalle divisioni Human resources delle grandi aziende durante le analisi grafologiche dei candidati. Segni e grafemi si rincorrono su righe, pentagrammi, quadretti e fogli di carta millimetrata, mentre di tanto in tanto un grafico ne interrompe la continuità indicando le proporzioni delle aree attitudinali che la grafia del candidato ideale è chiamata a soddisfare. Sulla parete opposta, come a mettere esaminato ed esaminatore l’uno di fronte all’altro, c’è il “kit Manageriale” che elenca le caratteristiche della scrittura di un candidato leader. Comunicazione, problem solving, controllo emotivo e motivazione, sono le peculiarità che vengono ricercate nella grafia di un aspirante manager ed attengono allo slancio dei segni, alle rotondità, all’omogeneità, che secondo lo strumento della grafologia determinano le caratteristiche psicologiche ed il temperamento dell’individuo. Un’installazione video completa questo secondo momento del percorso espositivo; il video mostra due persone intente a trascrivere interi passi della Divina Commedia attraverso i grafemi/gradini della scalata al successo. Paradosso e provocazione: la trascrizione dell’aulica opera dantesca è quì proposta nell’intento di dimostrare quanto potente possa rivelarsi l’azione dei perversi meccanismi del potere e del successo, capaci di avanzare richieste che vanno nella direzione di un intervento forzoso sulle proprie attitudini e inclinazioni naturali. Nella terza fase della mostra viene proposta una serie di fotografie dove vengono ritratte le mani di persone affermate dal punto di vista sociale e intente ad impugnare una penna. Su ciascuna di queste penne, e ad una visione ravvicinata della foto, è possibile scorgere un animale scelto dal proprietario per sintetizzare, attraverso un’immagine, le proprie caratteristiche personali. L’immagine del leone,dell’aquila, della tigre e di un cavallo – raffigurato quest’ultimo su una penna impugnata da una mano femminile- risultano alquanto eloquenti ed emblematiche in riferimento alle peculiarità caratteriali delle persone rappresentate. L’ultima stanza della Galleria ci conduce al punto più estremo della scala sociale e del potere mostrando una poltrona d’ufficio adagiata sugli archi di una sedia a dondolo. Il potere quindi che presume di riuscire a cercare le carte vincenti nel semplice gesto della scrittura, dimostra in realtà di potersi autocelebrare solo per metà, mentre tenta di tenere nascosta la necessaria e naturale tendenza all’abbandono verso la leggerezza. La personale di Antonio Della Guardia resta aperta al pubblico fino al prossimo 17 novembre 2018.



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