Musica

Prima della Prima. Lectio su Andrea Chenier @ Palazzo Litta – Milano (MI)

Carmen Navarra

Lo scorso 7 dicembre, nel giorno di Sant’Ambrogio, si è aperta la stagione teatrale 2017-2018 della Scala di Milano. Per l’occasione è stato portato in scena fino allo scorso 5 gennaio il capolavoro di Umberto Giordano, Andrea Chénier, per la regia di Mario Martone. A rendere ancora più risonante l’evento, è stata la messa in onda in diretta su Rai 1. Quest’oggi su Scene Contemporanee vi racconto la mia esperienza – purtroppo soltanto collaterale – con la suddetta opera lirica.

Il giorno 4 dicembre all’interno di una delle sontuose sale di Palazzo Litta, è avvenuto un incontro di natura squisitamente pedagogica e, per questo assai proficua, con il professor Fabio Sartorelli, eminente studioso di Giordano nonché insegnante di storia della musica presso il Conservatorio “G. Verdi” di Como e dell’Accademia del Teatro alla Scala. Sartorelli ha esposto con dovizia di particolari la storia di Giordano e quella di Chénier, introducendo l’opera al pubblico (vi sono tra i 40 e i 50 spettatori) in modo assai singolare: ha mostrato una delle scene più celebri di Philadelphia, in cui un giovanissimo Tom Hanks ascolta l’interpretazione di Maria Callas di Andrea Chénier e la commenta con enfasi e trasporto. Inoltre Sartorelli, alla bisogna, ha proposto immagini video di alcune scene salienti del dramma, è intervenuto con battute sagaci e di spirito, ha messo su “un siparietto” esilarante simulando, con un ragazzo ed una ragazza, la scena finale dell’opera, ma soprattutto ha suonato al pianoforte alcuni momenti cardine dell’opera lirica, musicando ora gli aspetti più cupi della stessa (i rivoltosi che bruciano la casa di Maddalena, la donna di cui Chénier è innamorato), ora quelli “invasi dalla speranza”, nel racconto dell’amore travolgente dei due amanti. Il tutto è avvenuto nell’arco di una piacevolissima ora.
Andrea Chénier è un poeta francese che dà il titolo all’opera; egli vive durante il periodo della Rivoluzione francese e compone versi d’amore verso i quali la bella Maddalena nutre una certa ritrosia. Tuttavia durante un ballo organizzato dalla sua ricca famiglia, la giovane ascolterà Andrea e cambierà idea. Affascinata da Chénier e dai suoi versi, intonerà a sua volta versi di bellezza: “Porto sventura a chi bene mi vuole; perché ho continuato a vivere? Perché mi è apparso l’amore”. Chénier ha anche un antagonista, Gerard, servo della famiglia di Maddalena, da sempre innamorato della giovane. Durante il periodo del terrore di Robespierre, decide di schierarsi dalla parte di quest’ultimo e riscattare la sua condizione sociale: emblematica, in tal senso, è la scena in cui Gerard si scaglia contro suo padre, considerato dal giovane responsabile del suo nefasto destino: “Sono sessant’anni che servi questi protervi tuoi signori, hai prolungato questo dolore, figliando”. Dopodiché, intonando con odio “è l’ora della morte”, getta la livrea e comincia un’altra vita. Se all’inizio Giordano sembra voler esaltare il carattere riottoso e rivoltoso di Gerard, alla fine del dramma si assiste a un’inversione di tendenza: nella scena del duello tra i due rivali in amore, una voce fuori campo intona“i figli suoi la rivoluzione uccide”. La passionalità del dramma trova compiutezza nel finale, quando i due amanti, intonando “fino alla morte insieme” scrivono il loro destino. Nonostante li attenda la morte, però, Andrea e Maddalena ritrovano nella poesia l’ultimo scampolo di bellezza prima della ghigliottina. Il messaggio di Giordano arriva dritto al pubblico.

Alla lectio magistrale di Sartorelli, segue nella stessa serata del 4 dicembre, un concerto de “I solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala” che hanno interpretato le arie del melodramma italiano ottocentesco e novecentesco, dedicando uno spazio particolare all’ opera inaugurale della stagione scaligera.



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