Cinema

RomaFF7: Giuliano Montaldo: Quattro volte vent’anni

Gabriella De Crescenzo

Il cinema per il Cinema, Montaldo si racconta nel film di Marco Spagnoli

Dopo l’esperienza registica con L’Industriale, Giuliano Montaldo torna sugli schermi italiani nel corso della seconda giornata della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Questa volta però abbandona le vesti di regista per assumere quelle da protagonista in un interessante documentario realizzato da Marco Spagnoli, critico cinematografico e regista di lavori come Diversamente giovane e Hollywood sul Tevere, candidato al David di Donatello 2010 nella categoria Miglior Documentario e al Nastro d’argento nella sezione Miglior Documentario sul Cinema. Come nelle opere precedenti,  anche con Giuliano Montaldo – Quattro volte vent’anni, Spagnoli trasporta lo spettatore nel ricordo di un’Italia  cinematografica ormai perduta attraverso le riflessioni e le esperienze di vita del grande maestro italiano.

I momenti più significativi della vita di Montaldo non sono semplicemente narrati dalla voce del regista genovese, ma  anche testimoniati da suoi amici e compagni di vita come Francesco Bruni, Inti Carboni, Paolo Del Brocco, Felice Laudadio e Marco Pontecorvo . I frammenti più emozionanti e allo stesso tempo ironici sono insieme alla moglie, Vera Pescarolo, sua complice e collaboratrice, e al grande compositore Ennio Morricone, la cui unione artistica si è protratta in ben più di quattordici film. Si riscontra nel corso di tali incontri, la scelta del regista di far scomparire la macchina da presa con l’intento di mostrare allo spettatore l’essenzialità e la semplicità delle relazioni umane instaurate dal maestro nel corso degli anni.

Un ampio spazio è in particolare dato al suo rapporto lavorativo con Gian Maria Volonté, da lui diretto in Sacco e Vanzetti e Giordano Bruno, al suo incontro con Ingrid Thulin, che diventerà la protagonista di L’Agnese va a morire, alla  sua esperienza in Cina e all’esilarante scontro culturale con i mongoli per la realizzazione di Marco Polo.

Ma dal documentario di Spagnoli non traspare unicamente il lato più umoristico del maestro, ma anche il più riflessivo e profondo che trova l’apice nel suo progetto mai portato a termine sulla vita di Salvador Allende e nei ricordi di gioventù di una Genova colpita dalla guerra. Marco Spagnoli indirizza il suo marchio stilistico verso una costruzione priva di inutili tecnicismi, semplice e pulita. La telecamera si “limita” a seguire Montaldo nel suo percorso esistenziale, lasciando alle parole di quest’ultimo il compito di catturare l’attenzione del pubblico.Grazie al documentario Montaldo – Quattro volte vent’anni , lo spettatore, anche non di nicchia, può entrare in contatto e farsi affascinare da uno degli ultimi esponenti di un “fare Cinema” che, eccetto sporadici casi, oggi non esiste più.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Marco Spagnoli
  • Fotografia: Daniele Bertero
  • Musiche: Pivio, Aldo De Scalzi
  • Cast: Giuliano Montaldo, Inti Carboni, Francesco Bruni, Paolo Del Brocco, Carlo Lizzani, Ennio Morricone, Marco Pontecorvo
  • Sceneggiatura: Marco Spagnoli

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